Ritorno
6 anni fa
Dopo pranzo, ritorno all'atelier del velone dove il giorno prima avevo lasciato la bici, con una gomma a terra (rattoppata), in attesa del nuovo pneumatico. Un po' di lavoro in compagnia del simpatico Lionel e, già che ci siamo, una bella revisione, necessaria dopo chissà quanto tempo evidentemente passato in cantina. Giusto il tempo di tornare a casa a posare lo zaino, che sono già in marcia verso il centro. Forte della riflessione che è meglio fare le cose in compagnia che farle da soli, ma è anche meglio farle da soli piuttosto che non farle per niente, sono finalmente determinato ad andare al cinema a vedere Little Miss Sunshine, dopo settimane di rinvii in attesa dell'occasione buona per trovare almeno un sodale. Essendo in ritardo, tento la scorciatoia alla cieca per le sconosciute strade di Nantes. Naturalmente ciò peggiora le cose, ma tutto sommato quando entro in sala lo spettacolo non è cominciato che da una manciata di minuti. Che dire, davvero eccellente! Un film sgangherato, a tratti esilarante e a tratti commovente, perfino nella medesima scena. Privo di ogni retorica, mostra ciascun personaggio nella sua luce, senza cercare ad ogni costo di proporre una morale o un finale edificante che metta tutti d'accordo. Alla fine il viaggio, come il film, è stato un sogno, una breve parentesi nella nostra vita, che forse ci ha cambiati ma forse no. Abbiamo pianto, abbiamo litigato, ci siamo fatti delle grasse risate. Cala il sipario, si accendono le luci, si torna alla vita di sempre, con un sorriso che non se ne va e qualche ricordo in più.


Il giovedì, perloppiù sgombro di lezioni e di scocciature scolastiche di vario genere per noi studenti del terzo anno, è il giorno dell'avirone. Ci si reca al fiume per le 12.30, orario balzano ma scelto per permettere anche a chi è al primo o al secondo anno di essere presente sfruttando la pausa pranzo, e si comincia subito con la parte più faticosa: dopo essersi scannati per ottenere una barca dalla rimessa, è infatti necessario carreggiarla, insieme con i remi, fino al cigolante e affollato moletto, stando attenti a non sbattere in acqua qualcuno urtandolo con un remo, come nella migliore tradizione Stanlio&Olliana. Dopodiché si alloggiano i remi e si sale, sempre avendo cura che durante queste operazioni la barca non prenda autonomamente il largo, specie se hai un piede dentro e l'altro ancora sul molo. Fatto tutto questo, rimane giusto il tempo per fare qualche bel giretto alla scoperta del lungofiume, assaporando il piacere di ogni remata, frequentemente interrotto da uno o più dei seguenti incovenienti: il remo si incaglia nel roveto a bordo del fiume, ti accorgi che ti stai andando a schiantare sulla riva e tenti impacciatamente di salvarti, un motoscafo ti costringe a rallentare per lasciarlo passare, qualcuno più spedito di te ti passa troppo vicino e preferisci evitare una spiacevole collisione, ti asporti a più riprese con le unghie la pelle delle nocche nel compiere il gesto della remata, ti schiacci i pollici tra i due remi in circostanze analoghe, piove (toh?!), sbatti il remo contro quello del tuo eventuale compagno (in caso di barche multiple), un remo entra o esce dall'acqua intempestivamente rischiando di farti ribaltare...tutte amenità che si spera con la pratica diverranno più rare. Quando poi finalmente hai preso il ritmo e e inizi a gustare la brezza che ti lambisce a ogni colpo vigoroso, alzi lo sguardo e ti accorgi che il molo è lontanissimo ed è già ora tornarsene a casa.
Porci! Ma come si fa anche solo a immaginare una cosa del genere?? Mi domando se sia più maiale chi le vende o chi le mangia, anche se propendo per il secondo. L'altra sera invito Stephan in camera mia a vedere Thirteen in francese (tanto per allenarsi un po'), e lui si presenta in compagnia di Dominique, la quale mi ammanisce, gentile cadeau, un pacchetto (peraltro già iniziato, vabbè), dello snack in oggetto. Lì per lì, allibito, non me la sono sentita di assaggiarle, e ho anzi addirittura tentato di restituirgliele al termine della serata. Tuttavia, pur avendo già potuto constatare come i gusti anglosassoni siano deviati (la gentile donzella, al cinema, non aveva trovato niente di meglio, da sgranocchiare durante il film, dei pop-corn caramellati, di cui ignoravo persino l'esistenza), qualche giorno dopo non mi sono trattenuto e ho assaggiato le gustose patatine. Allucinanti! Il colpo di grazia è venuto poi dalla lettura della composizione: una trafila di ingredienti provenienti dai più oscuri meandri dei regni vegetale, animale e oltre. Un miscuglio che nemmeno la più fervida immaginazione sembrerebbe poter concepire. Di patate, ovviamente, quasi nessuna traccia. Mon dieu!
La grande Bourse aux Vélos di sabato ha portato un nuovo elemento all'interno della già vasta compagnia. Non ha ancora un nome (si accettano suggerimenti) ma, dopo poco più di ventiquattro ore insieme, ha già una cinquantina di chilometri all'attivo. La biciclettata odierna ha avuto come meta, dopo un fin troppo dettagliato tour, non del tutto voluto, della periferia più o meno residenziale nantese, le Lac de grand Lieu, uno sterminato acquitrino di discreto valore naturalistico oltre che alquanto suggestivo e battuto da un vento forsennato (vedere capigliatura sconvolta nella foto, peraltro sintomatica della necessità urgente di un rendez-vous con un barbiere). L'abitudine di andare a mangiare fuori città alla domenica non essendo diffusa tra gli indigeni, siamo stati costretti a fare letteralmente scalo all'aeroporto per trovare finalmente, sulla via del ritorno, l'unico esercizio commerciale in tutti i dintorni di Nantes che potesse fornirci qualcosa da mangiare. Rifocillatici e visti decollare un paio di aerei, ci siamo infine diretti verso casa, per arrivarvi dopo circa cinque ore e mezza dalla partenza (stanchi ma contenti della bella giornata trascorsa). Il dolore alla schiena, al collo, alle gambe, alle mani e, con rispetto parlando, al culo, sembra tuttavia voler velatamente insinuare che tutto sommato il tram non era poi così scomodo.
Oh, dolce pegno d'amore, imperituro simulacro della sua augusta proprietaria! Che tenero pensiero, farmelo trovare al mio ritorno a casa, quando pensavo di essere rimasto solo e abbandonato tra le bianche e opprimenti mura, ed ho invece scoperto che una parte di lei era ancora qui, insieme a me. Che dolce sollievo, che soave delizia, stringerlo tra le mani e assaporarne gli effluvii portatori di sì gaie reminescenze! E che gioia, potersi coricare, la sera, in compagnia di cotanto omaggio, simbolo di eterna devozione! Grazie per esserti privata di un oggetto di tale valore, per farmene dono e ricoprirmi di una sì grande felicità!
Mancava solo la sciarpa giallo-verde! Serata fresca, terreno in buone condizioni, si parte di buon ora alla volta dello Stade de la Beaujoire in compagnia di Elena, Daniel, Stephan e qualche migliaio di altre persone stipate nei tram. Giusto il tempo per un paninazzo alla salsiccia piccante (l'ideale per rompere il digiuno seguito ai disturbi intestinali) e siamo già in coda per farci ripetutamente perquisire all'ingresso dello stadio. I primi cori in francese, la coreografia studiata per l'occasione, e prima del calcio d'inizio abbiamo già cominciato a dimenticarci che la situazione dei Canarini è disperata: penultimi in classifica, freschi eliminati dalla Coppa di Francia, allenatore licenziato tre giorni prima e vittoria che manca da cinque o sei mesi, ospitano la prima in classifica, ancora imbattuta in questo campionato. Stando così le cose, non si può fare altro che vincere! Si gioca solo nella metàcampo del Marsiglia, al palo preso in avvio segue inevitabile il gol del vantaggio. Quando nel secondo tempo ti aspetti un assedio (e pensi: che fortuna, il marsiglia attacca di qua!), pronti, via, ancora un palo e 2-0. Ribery non inventa niente, l'arbitro si inventa un'espulsione, ma anche in dieci non si corrono gravi pericoli: il gol dell'OM è un episodio, e finalmente arriva il fischio finale. Nessuno, urlano i tifosi, vuole più cantare la Marsigliese. Io non la volevo cantare comunque, ma ora la sciarpa mi sa che me la devo proprio comprare!