mercoledì, dicembre 19, 2007

Grazie ragazzi

Per aver cercato di uccidermi ridendo di me nel frattempo. No, sul serio, grazie a tutti. E' stato un bel party. Credo.

domenica, dicembre 09, 2007

Fine della ricreazione

"A Luttazzi è stata data piena libertà, ma di questa libertà era necessario fare un uso responsabile". Con questa paradossale giustificazione, si è cercato di far passare la sospensione di Decameron, il programma satirico di Daniele Luttazzi, come un atto dovuto in risposta alla sconsiderata ed autolesionista volgarità dell'autore. Come dire, libertà totale, ma di fare quello che diciamo noi. E' però necessario non accettare rassegnatamente quest'ennesimo sopruso, dietro al quale sembra risiedere non la semplice insofferenza di un laido ciccione bavoso (spero di non meritare una querela per questo, si tratta di una semplice descrizione morfologica) per una battuta nemmeno particolarmente memorabile, ma un preciso disegno politico, insofferente ai fatti declamati da Luttazzi, più che alla sua ironia, e al suo strepitoso e forse inatteso successo di pubblico. Un comico che dice cose scomode, viene così accusato di non far ridere o di essere volgare al fine screditare il suo intero discorso. Bisogna dunque denunciare con forza come la notizia della sospensione del programma sia stata censurata dall'edizione serale del tg di La7, e gli atti di intimidazione fisica subiti da Luttazzi stesso. Non perché la rete non possa fare a meno del mio sfogo di indignazione e frustrazione (l'ennesimo, guarda caso), ma affinché non si perda di vista la verità, troppo facilmente manipolata con motivazioni pretestuose in favore dei consueti interessi politici.

giovedì, dicembre 06, 2007

Le ultime parole famose

"Ci teniamo oggi - proclamava Diliberto il 29 aprile 2007, poco più di sette mesi fa - domani, per sempre, il nome, il simbolo, la stella e la bandiera d'Italia. La nostra sfida è il contrario dell'abiura. Dentro la sinistra ci andrà ciascuno come gli pare e noi entreremo da comunisti nella sinistra senza aggettivi".
L'arcobaleno. A raccontarlo, non ci si crede. I simboli dei partiti stanno convergendo. I colori si attenuano, il bianco, il rosso e il verde passano in primo piano. Ci si accalca verso il centro. Non c'è via d'uscita. A questo punto credo non resti che la rivoluzione armata. Altre proposte?

venerdì, novembre 30, 2007

Sembra che non abbia un cazzo da dire, e invece...

Ho un sacco di opinioni su un sacco di argomenti. Qualsiasi notizia o avvenimento mi induce a produrre una qualche riflessione in merito. Tendenzialmente, la fase successiva consiste nel valutare se la suddetta riflessione possa meritare un post sul blog. In genere l'eventualità viene scartata. E per fortuna, tanto chissenefrega dei miei ragionamenti malati e di quello che penso a proposito di qualunque cazzata! Che poi, per dire, visto come sono quelli che pubblico, figuriamoci quelli che non sono degni di essere condivisi con il popolo della rete! L'ultima fase prevede il più delle volte che io ripieghi sintetizzando la riflessione sul mood di Skype. E bisogna anche ammettere che la soglia di sufficienza per la pubblicazione è inversamente proporzionale al tempo passato dall'ultimo post. Insomma, si guardi quando ho scritto l'ultimo post, e sarà chiaro il perché del presente sproloquio. Ah, e mi sono anche accorto che a furia di scrivere la tesi, ho iniziato anche sul blog a scrivere periodi molto più brevi. Così, per guadagnare spazio.
In effetti, è fin troppo facile fare commenti salaci, ad esempio, sul sacerdote che si indigna perché lo spot natalizio della Red Bull "intacca la Natività, e con essa la sensibilità dei cristiani", in quanto consiste in un disegno animato nel quale un quarto re magio regala della Red Bull a Gesù (come se non ne avesse bisogno). Red Bull ritira immediatamente lo spot, vedendo evidentemente negli oratori un'ampia fetta del target della bevanda. Meglio non rischiare che i cristiani, offesi a morte, smettano di bere Red Bull. Mi fanno sbragare dal ridere.
E per chiudere, una citazione su cui riflettere: "Non ha senso testare cosmetici sui conigli. Perché sono già graziosi".

martedì, novembre 20, 2007

Sollievo

Il colpo di teatro di Silvio, che ha dichiarato di non aver parlato con nessun altro esponente politico della sua intenzione di fondare un nuovo partito, preferendo agire di nascosto e venire allo scoperto a cose fatte, perché aveva il timore che ciò potesse sancire il distacco di alcune importanti forze del centrodestra (che fulgido esempio di condotta democratica!), mi ha dapprima spiazzato, lasciandomi un po' interdetto e diffidente. Ho cominciato ad interrogarmi su quale potesse essere il lungimirante disegno politico celato dietro una mossa apparentemente arrischiata e potenzialmente controproducente, foriera di cattivi presagi per la solidità della coalizione all'opposizione. Il tentativo di cannibalizzare il movimento anti-politico di Beppe Grillo, la speranza di riuscire a mettere all'angolo alleati sempre più forti e per questo in grado di oscurare la leadership in netto declino dell'uomo di Arcore, l'esigenza di rispondere, con una mossa disperata, alla creazione del PD, reincarnazione della Democrazia Cristiana e quindi potenziale candidato ad assurgere come nuovo colosso centrista e onnicomprensivo. Ma poco alla volta, oltre tutte queste considerazioni, è nato dentro di me, sempre più forte, sempre più chiaro, un senso di sollievo. Finalmente, forse, potremmo riprenderci, dopo averlo ripulito dall'immondizia che vi è stata gettata sopra in seguito alla sua usurpazione, dopo aver vinto l'iniziale disgusto per quello che ha significato e continuerà almeno per qualche tempo a significare, il nostro grido, del quale troppi anni or sono eravamo stati inaccettabilmente defraudati. E dunque, da oggi in avanti, di nuovo Forza Italia!

venerdì, novembre 09, 2007

All'improvviso, un genio

Altra pedalata in direzione della facoltà, e vengo fulminato da una delle sempre esilaranti civette del Resto del Carlino, il cui autore ha questa volta superato se stesso:

LA "MENTE" DEI
COMUNISTI COMBATTENTI
E' UNO CHEF MITOMANE

Notare il virgolettato, affinché il lettore distratto capisca che si tratta di una sottile metafora, non di una mente vera e propria! Sul momento grasse risate, poi si scopre che l'acuto "giornalista" ha dimenticato di dire che l'autore delle lettere minatorie è in realtà un tizio di destra che ha pensato bene di firmarle con la sigla PCC. Insomma, il solito figlio di puttana.

giovedì, novembre 08, 2007

Speakers' Corner, Piazza Verdi

Ore undici e trenta, in sella alla bici sbuco in piazza Verdi e passo davanti a un tizio vagamente trasandato che parla ad alta voce, apostrofando con tono polemico una piccola platea di passanti e bivaccanti, apparentemente radunatasi da poco attorno a lui. Le mie orecchie colgono solamente il tema, politico, della dissertazione. Dapprima perplesso, senza smettere di pedalare mi sorprendo a pensare che se non fossi schiavo della moderna società capitalista che ci costringe a correre di qua e di là sempre di fretta, in eterna lotta contro il tempo, impossibilitati ad adeguare i nostri programmi quotidiani al minimo imprevisto, mi piacerebbe fermarmi ad ascoltare quell'improvvisato oratore. (Sì, faccio veramente pensieri così elaborati). Non sono ancora arrivato alle due torri che il ricordo di questo incontro mi ha già abbandonato come tutti i pensieri più o meno bizzarri che fanno compagnia ad ogni spostamento solitario. Ore tredici, discendo lungo via Zamboni e arrivo di nuovo in piazza Verdi. L'uomo, sempre più accalorato, è ora salito in piedi su di un fittone, e discorre rivolto questa volta a una discreta folla che occupa un angolo della piazza. Di nuovo, devo proseguire senza prestare attenzione alle sue parole. Ma la sensazione che mi rimane è quella di un gesto di democrazia estremo e al tempo stesso disperato, come se quell'uomo, un po' fuori dalle righe, prendendo la parola per dire agli altri quello che pensa con tanta ostinazione, volesse ricordarci che le nostre opinioni sono tutto ciò che abbiamo, e che esiste ovunque un angolo in cui è tutelata la libertà di espressione di coloro che vogliano prendersela. Poi, vabbè, era solo un matto che parlava da solo.

mercoledì, ottobre 31, 2007

Adesso basta

Qualcuno sostiene che nella vita bisogna scegliere il male minore, e che bisogna sempre lottare fino all'ultimo, fino a quando l'ultimo respiro non è stato esalato. Che è meglio vivere menomati e doloranti, piuttosto che lasciarsi morire nella speranza di porre fine alle sofferenze proprie e di chi ci circonda e ci vuole bene, o quantomeno si interessa della nostra sorte. Qualcuno ritiene addirittura che pur di rimandare l'ineluttabile appuntamento valga la pena di rinunciare alla propria dignità, di accettare qualsiasi compromesso, finanche di rinnegare i propri valori fino all'aberrazione. Ma io sto male, non ce la faccio più. Non riesco più a sopportare la vista di tutte quelle facce ipocrite che mi dicono che bisogna andare avanti, che bisogna resistere, ad ogni costo. Ci sono cose che non si possono tollerare. C'è un limite a tutto, e questo è stato passato da tempo. Adesso basta, voglio l'eutanasia. Sopprimiamo, vi prego, questo Governo indegno e putrescente. Chiudiamo questo lazzaretto, e diamogli fuoco prima che possa contagiarci più di quanto non abbia già fatto. Mandiamo a casa questi moribondi corrotti e immorali, subito, senza aspettare un giorno di più. E riprendiamoci Berlusconi, se è questo che ci meritiamo.

venerdì, ottobre 26, 2007

Solo che della braga (italiana)

Più desiderosi di ammortizzare il costo della tessera Erasmus Student Network che non veramente carichi come si deve, si decide di prendere parte all'imperdibile serata-tortillas, organizzata nell'ambito dei mega-party erasmus del giovedì sera al Kinki. L'occasione è buona anche per mettere piede per la prima volta nel rinomato locale di via Zamboni, già ritrovo gay e sedicente primo palcoscenico italiano di Jimi Hendrix. Dopo aver sgraffignato qualcosa da mangiare e sfruttato il lauto sconto di un euro sulla birra, sempre nell'ottica di ottimizzare la spesa di ben 4 euri per la suddetta tessera, ci si comincia ad aggirare per la sala in mezzo ai giovani opportunamente festanti. Col passare del tempo, però, la nostra sobrietà comincia a diventare quantomai molesta, e, come una condanna, vediamo avverarsi l'infausta predizione effettuata poco prima dall'esperto membro dello staff, che con aria tra il navigato e il rassegnato ci aveva spiegato: "è una bella festa, c'è un sacco di gente da conoscere e con cui fare amicizia, l'unico problema è che poi si riempie di braga italiana...".

mercoledì, ottobre 17, 2007

Pennellate

Avere tante cose da raccontare ma non sapere come raccontarle. Cercare di trasmettere le emozioni provate senza doversi produrre in una minuziosa descrizione di persone, posti, cose, avvenimenti collocati in ordine cronologico. Non è facile. Forse bisogna prendere una manciata di piccoli eventi, battute e considerazioni e farne un quadro globale della situazione. Qualche accenno qua e la, come pennellate di colore buttate su di un quadro astratto. Descrivere delle situazioni non tanto per la loro importanza intrinseca ma servendosene per comunicare le sensazioni provate, il clima, lo stato generale delle cose.
La ricerca di ospitalità, la partenza sotto il diluvio, qualche ora di sonno sul divano milanese, l'attesa del compagno di viaggio, ore di cammino sfiniti e senza meta, l'ostello, le birre, tante birre, il turismo antropologico: cosa hai visto a Berlino? Boh, sono andato in giro!, gli italiani emigrati, la cucina Bavarese, il muro, Botero, l'amore alla reception, lo shampoo viola per capelli bianchi, il pullman, altre birre, St. Pauli, il sushi, parole in inglese, la bici, le uova con due tuorli, Reeperbahn. Non saprei dire cos'ho fatto quest'ultima settimana.

mercoledì, ottobre 03, 2007

Ciavemoimoscioli is back!

Messi da parte i giorni bui dello studio e della crisi creativa, metabolizzati dal blog con esiti infausti per la sua vasta schiera di affezionati lettori, ai quali mi trovo ancora una volta a chiedere scusa, si volta pagina nascondendo per qualche tempo sotto al tappeto le incombenze di varia natura. Bando dunque agli assillanti grattacapi del logorante tran-tran quotidiano, via in un cassetto la tesi, e largo alla spensieratezza giovanile ed ai ritmi blandi della vita universitaria, intesa ovviamente nel senso più dispregiativo del termine. Si alternano così feste improbabili frequentate da personaggi improbabili, o forse fin troppo probabili (“Faccio l'educatore per bambini disabili, ho solo contratti a tempo determinato, cerco un lavoro che mi consenta di vivere in maniera adeguata. Ciò non è possibile, perciò bevo.”), pomeriggi interi trascorsi a tentare di dirigere le evoluzioni di una sfera virtuale interagendo con essa tramite undici omini altrettanto virtuali, luculliane fritture di pesce in squallide rosticcerie sul lungomare in compagnia di veraci personaggi vernacolari, e analoghe avventure ai limiti della realtà. Frattanto, nel più puro stile bohémien, si organizza una vacanza-couchsurfing in terra tedesca. Così, tanto per occupare il tempo libero. (E rimandare l'esaurimento nervoso).

giovedì, settembre 13, 2007

Con le unghie e con i denti

Finale thrilling per la prima parte della mia carriera universitaria. Ma missione compiuta. All'ultimo appello per laurearsi nella seconda sessione, proprio quando l'arbitro sta per fischiare la fine dei minuti di recupero, sulla sirena, con il cancello che si sta abbassando inesorabile alla Indiana Jones, riesco a gettarmi oltre rotolando e recuperando pure il cappello che era rimasto dall'altra parte. Bisognava farcela a tutti i costi, ma le cose non sembravano mettersi nel modo migliore, una volta ricevuto il testo del compito. Superata la crisi di panico, si riesce ad arraffazzonare qualche formula di senso compiuto qua e là. Minuti di interminabile attesa, sudore freddo e paranoie. Poi, ecco l'assistente. Mi elargisce un 18, magnanimo. E' fatta. Ma c'è ancora il cappello di là. Avrei bisogno di un 22. Non è che mi può fare una domanda? Ok. Fatta. Le metto 21. Senta scusi, umilmente, mi prostro, la imploro, non si potrebbe fare 22 già che c'è? Guardi veramente le volevo mettere 20. La scongiuro. Vabbè mi scriva questo e questo. Seguono cinque minuti di balbettii incomprensibili. Mi dia il libretto intanto. Diceva che è l'ultimo esame? Va bene, vada per il 22. Sbam. Il cancello si schianta al suolo un secondo dopo che ho ritirato la mano. Appena in tempo.

venerdì, agosto 24, 2007

Voglia di essere lì

Il morso della Taranta ti prende alle gambe, facendotene perdere il controllo e trascinandole al ritmo forsennato scandito dai pifferi e dai tamburelli. Non ci si può esimere dal ballare, saltare, cantare, e dal fare tutto ciò fino allo sfinimento, come se si trattasse di una gara con coloro che ci circondano a chi si arrende per ultimo. Decine di migliaia di persone, suoni, colori, odori, storie e sapori si mischiano a Melpignano, nel cuore dellu Salentu, dalla sera fino al mattino, per il concerto conclusivo del tour agostano della Notte della Taranta 2007. E io vorrei essere lì, innamorato come ho scoperto di essere di quella terra e di quella musica. Per ironia della sorte, sono invece bloccato su una sedia con una caviglia un po' spappolata, in una nota località balneare attualmente molto piovosa e poco soleggiata, impossibilitato a recarmi dove che sia, e in seria difficoltà anche quando si tratta di trascinarmi fino al gabinetto.

venerdì, agosto 03, 2007

Primi fuochi

Giornate movimentate queste ultime in riva all'Adriatico. All'incontro post-erasmus in quel di Offagna in occasione della festa medievale, al quale erano presenti oltre al padrone di casa anche l'ascolano Brono e l'iperattiva nantese Olivia, hanno fatto seguito la venuta dei carichi Tasso e Duma, coincisa con la partenza per le focose Canarie del sempre giovane Giallu, e la fugace invasione delle coppiette italo-avignonese e pesaro-terrona, che, insieme alla presenza della turca Pinar, hanno animato l'altrimenti monotona routine marcellese. In un alternarsi di sbronze a base di vino di visciole ritmate dai cori ufficiali della curva nord, ore passate ad ustionarsi le cosce sotto al sole cocente, lussuosi aperitivi, interminabili partite di pallone in spiaggia, pranzi e cene serviti con cura maniacale ed agli orari più assurdi dallo chef régaz ufficiale, e, dulcis in fundo, la prima discoteca galleggiante d'Europa, Babaloo Beach, fino all'alba, non finisce più, chi non alza la mano è un talebano!!! Il tutto, null'altro che un timido preludio al devastante tour della penisola pugliese che vedrà il sottoscritto, affiancato dal famigerato Bridge, protagonista di scorribande sperabilmente irripetibili.

mercoledì, luglio 18, 2007

Non una nuvola in cielo

La goccia di sudore imperla la fronte, esita provocatoriamente sulla tempia, per poi gettarsi a capofitto giù lungo il collo e scomparire nella canottiera ormai umidiccia. La tortora imperterrita scandisce il passare dei secondi come la più assillante delle lancette, strafottente, tanto per farti notare che non ha talmente un cazzo da fare da potersi permettere di stare tutto il giorno a saltellare da un tetto all’altro starnazzando stupidamente. Il riverbero del sole invade la stanza con inopportuna festosità, mentre le pagine scorrono avanti e indietro e la grafite si spalma sulla carta riducendo sempre di più lo spazio bianco rimasto. In cielo, non una sola nuvola. Il mare stesso, facendo capolino oltre i tetti, dà l’impressione, piatto e oleoso, di non aver neanche lui la minima voglia di sprecare energie. Un ventaglio viene aperto, per fare aria a un volto stanco e accalorato. E’ un lampo, un attimo, e un pensiero fulmina la mia mente, inaspettatamente scontato: la convezione forzata provocata dal ventaglio migliora lo scambio termico rispetto alla convezione naturale portando l’energia termica ceduta ad un valore pari a hAdeltaT, dove h è il coefficiente di convezione, A la superficie del volto e deltaT la differenza tra la temperatura superficiale del volto stesso e la temperatura di mescolamento dell’aria!

...

Ho bisogno di una pausa.

mercoledì, luglio 04, 2007

Intenso e rumoroso

Così ha definito il nostro brevissimo soggiorno in terra marchigiana il sempre pacato vicino del piano di sotto. Evidentemente esasperato dalla nostra presenza già dopo due soli giorni, ha reagito con un certo sollievo incontrandoci, bagagli alla mano, sul portone di casa: "Già in partenza?" "Eh sì, vacanza breve ma intensa!" "Intensa e rumorosa!" ribatte lui, con l'aria di chi ha dovuto sopportare in silenzio ogni genere di angheria. Va detto che per quanto ci riguarda abbiamo fatto del nostro meglio: il super party-grigliata alcolico urlante organizzato dall'inopinatamente giovane Giallu si è protratto fino a tarda notte, le tre per la precisione, orario adatto per dare il via ad una partita di poker che ha visto la fine, caduti uno dopo l'altro tutti i partecipanti, quando il sole era ormai già alto nel cielo. Vigorosi come non mai, non abbiamo ceduto alle lusinghe del materasso, e di buon'ora, fatta colazione con un bel piatto di pasta al sugo, siamo partiti alla volta della spiaggia di Mezzavalle, gita a cui hanno fatto da corollario una ripidissima scarpinata lungo le pendici del monte Conero, un'interminabile partita a pallone in riva al mare e una sfida a beach volley tra Bolognesi e Anconetani, che ha naturalmente visto prevalere la compagine felsinea (nella quale, a scanso di equivoci, militavo). Diverse salsicce e partite a Pro Evolution Soccer più tardi, prendevamo parte al classico Giovedì del Bellariva, appuntamento ormai da anni immancabile (insieme all'omologo Martedì) per il jet-set numanese, con il Mullah che si lanciava in pista con l'usuale audacia in compagnia di Albi, mentre Ale si cimentava nel suo sport preferito, che già la sera prima, e troppe volte in passato, l'aveva visto distinguersi: versare repentinamente liquidi da un bicchiere ad un posto qualunque purché diverso da una cavità orale.

venerdì, giugno 15, 2007

E' nata una stella

Note d'autore ieri sera al parchetto di Chimica Industriale, dove al cospetto di una folla in delirio si è esibita la Tasso Cover Band, alla sua prima uscita in pubblico. La spasmodica aspettativa per un evento tanto atteso e già rinviato ha fatto riempire a dismisura l'arena di viale Risorgimento, debordante di giovani fans e di groupies disposte a tutto pur di entrare in contatto con i loro idoli. L'ingresso in scena del frontman Tasso è già di per sé dei più spettacolari: a formazione schierata, eccolo uscire dai camerini abbigliato in maniera degna dei migliori Toga Party, scatenando un'ovazione che è tutta per lui. Il boato del pubblico è assordante, e già dalla prima esecuzione, una Twist and Shout tanto travolgente che i Beatles avrebbero avuto bisogno di Freddie Mercury per eguagliare in veemenza, si capisce che sarà uno spettacolo destinato ad entrare negli annali. Piano piano, tra una Sono Tremendo in cui pare di trovarsi al cospetto di Rocky Roberts in persona e una Lacio Drom che ci illude che i Litfiba siano finalmente tornati insieme (esaudendo così la preghiera degli Elio e le Storie Tese), Tasso prende confidenza e vince l'emozione inevitabile in un esordio di tale portata. Finalmente il microfono è tutto per lui, e quando attacca con voce roca You Can Leave Your Hat On, si scatena l'inferno. In pochi resistono alla tentazione di spogliarsi al ritmo delle note calde e impetuose che Tasso distrubuisce con la sapienza di un veterano, e qualcuno giura di aver visto Joe Cocker, in un angolo, ammiccare al nostro idolo in quello che appariva come un inevitabile passagggio di consegne. C'è spazio anche per i virtuosismi del resto della band, che Tasso cerca umilmente di non oscurare troppo con il suo talento, e non mancano dunque la classica Johnny B. Goode con assolo di chitarra suonata dietro la testa e una Bohemian Rhapsody in cui gli altri cantanti della band tentano invano di eguagliare la performance del loro maestro. Il concerto si conclude con una commovente Albachiara cantata in coro ad accendini alzati da mille voci stremate, in una sorta di temporaneo commiato da parte di questa Band di cui, siamo certi, presto sentiremo ancora parlare.

mercoledì, giugno 06, 2007

(Nerds + DanceFloor) - Love = M.A.M.

Me ne sto tornando a casa con un bottiglione pieno d'olio d'oliva nello zaino, fendendo la bolgia di piazza Verdi con occhio distratto, quando mi imbatto nel vecchio Scaglia, che mi viene incontro dalla direzione opposta. Due parole, dice che passa un sacco di tempo in giro per l'Italia con il suo nuovo gruppo che fa, detto come a volersi schermire, "pop per le ragazzine". Si tratta di una specie di pop elettronico piuttosto ballabile, condito con un tocco vintage. Ma lo stile dei My Awesome Mixtape sembra tutt'altro che commerciale e improvvisato, con i brani cantilenanti e ritmati che non faticano a trasportare l'ascoltatore in una dimensione dai contorni fortemente onirici e surreali. Questi electro-indie-hop-nerds, o "Bologna Geek Dancers", come si definiscono loro stessi, in pochi mesi si sono trovati alle prese con un successo notevole, e hanno già all'attivo un calendario fittissimo di concerti e un ep (scaricabile gratuitamente da qui), che merita decisamente un ascolto e lascia già intravedere doti promettenti per il futuro. Il disco, tra l'altro, è prodotto dalla Kirsten's Postcard, altro progetto notevole, questo, giusto a proposito della diatriba sul costo spropositato dei cd e dei vergognosi interessi commerciali che gravitano attorno alla cultura musicale, che a tutti giovano meno che a chi la musica la fa e l'ascolta. Obiettivo: preservare ogni sorta di progetto indipendente, cercando di tenere i soldi lontani dalla musica.

domenica, maggio 27, 2007

OK il pezzo è giusto

Il vostro blog preferito si rinnova con l'inaugurazione, a partire da oggi, di un entusiasmante concorso a premi a cui tutti voi, fedeli lettori, potrete partecipare. Il gioco, dal titolo "OK il pezzo è giusto", consisterà nell'indovinare quale sarà il prossimo accessorio che verrà asportato nottetempo, per mano di ignoti, dalla mia Vespa parcheggiata sotto casa. Nelle ultime tre settimane abbiamo già salutato la dipartita, nell'ordine, di parte dello stemma sullo scudo anteriore, dello specchietto retrovisore sinistro e della manopola sinistra, dopo che in passato un'altro specchietto sinistro, un parabrezza e lo sportellino del portaoggetti avevano avuto sorti pressappoco analoghe. Le regole per partecipare sono semplicissime: con una puntata di un solo euro, potrete indicare l'accessorio prescelto, dopodiché, a furto o vandalizzazione avvenuta, metà del montepremi accumulato verrà spartita tra coloro che hanno indovinato, mentre l'altra metà servirà a finanziare il rimpiazzo del ricambio in questione. Che aspettate dunque a tentare la sorte? Potreste essere premiati da un momento all'altro, anche domani stesso! Unica avvertenza: non sarà considerato valido effettuare la puntata e poi venire di persona a rubarmi il pezzo mentre dormo!

giovedì, maggio 24, 2007

Riqualificami 'sto cazzo

Il cinema Nosadella chiude. Non ci posso credere. Ma siamo fortunati, perché non chiude per squallidi motivi economici, per il disprezzo di questa giunta nei confronti della cultura e del benessere dei cittadini. No. Chiude per una ragione nobile. Progetto di riqualificazione urbana, lo chiamano. E io che pensavo che volessero farci degli appartamenti!
Il Nosadella mi è sempre sembrato un'appendice del salotto di casa. I film proiettati erano scelti volta per volta con l'intento di privilegiare finalmente la qualità, e non la redditività al botteghino. Era forse l'unico cinema a Bologna che proponesse una selezione di pellicole in lingua originale. Quando hanno cambiato tutte le poltrone, circa un anno fa, hanno messo in vendita quelle vecchie a dieci euro l'una. E potevi comprarti i poster dei film, se volevi, naturalmente ad un prezzo simbolico. I proprietari erano sempre cordiali e premurosi, e se eri iscritto alla maling list ti inviavano periodicamente i programmi e i relativi sconti, condivisibili a piacere. Era anche il cinema meno caro di Bologna, oltre ad essere il migliore. Ma in fondo chissenefrega, non si può certo anteporre tutto questo al guadagno economico. Non siamo mica comunisti.

martedì, maggio 22, 2007

Couchsurfing

L'idea è semplice ma geniale. Un sito, che conta già oltre duecentomila iscritti provenienti da più di duecento paesi diversi, permette ad aspiranti viaggiatori di entrare in contatto con perfetti sconosciuti ubicati nei più disparati angoli del globo e disposti ad ospitarli per qualche tempo sul proprio divano. Vacanza low cost assicurata, ciò che fa la differenza è soprattutto la mentalità con cui si affronta il viaggio: non più armati di guida turistica, fugaci clienti del settore terziario, limitandosi a osservare dall'esterno come guardando scorrere delle immagini dietro ad un vetro, ma vogliosi di conoscere i luoghi che visitiamo attraverso le persone che li abitano e li animano. Le ultime serate in compagnia di tre francesi, un finlandese e alcuni dei già numerosi couchsurfers bolognesi, hanno dimostrato come tutto ciò sia ancora più naturale ed istruttivo di quanto possa sembrare. Si ha finalmente la sensazione di fare parte di un mondo globalizzato dalle persone e non dalle merci, ed è bello pensare, qualunque sia la propria destinazione, di potersi sentire sempre a casa.

sabato, maggio 19, 2007

Festa allucinante

Si direbbe che mezza Bologna fosse a conoscenza dell'incredibile super party di ieri sera, che ha raccolto una quantità di partecipanti, tra invitati e infiltrati, ammesso che fosse possibile distinguere tra le due specie, da fare invidia ad un concerto di Caparezza. Il che non sarebbe di per sé sintomo di grande affluenza, se non fosse che la festa si svolgeva all'interno di un palazzo privato in via Volturno: un intero edificio che conteneva, stipate come sardine dall'androne al solaio, strettissime scale comprese, diverse centinaia di persone che occupavano sostanzialmente ogni centimetro libero, debordando copiosamente anche in strada. In ogni appartamento differenti deejays producevano musica a palla, mentre nella ressa capitava di incontrare conoscenti con i quali l'ultimo incontro datava prima della caduta del muro di Berlino. Vinta una certa claustrofobia iniziale, siamo miracolosamente riusciti, con la dovuta pazienza, a spingerci fino alla sommità dell'edificio, dove contro ogni previsione abbiamo anche trovato qualcosa da bere. Allibito dall'imponenza dell'evento, data anche la presenza dell'intera popolazione di studenti stranieri residenti a Bologna, non nego di essermi sentito un pivello delle feste erasmus. Altroché i tonus al Quai West!

giovedì, maggio 17, 2007

Con il cuore

Mercoledì 16 maggio, alle 23, orario quantomeno insolito, i Senza Numero Civico scendono in campo per la prima partita del torneo di calcetto della sezione A.I.A. di Bologna. Conosciuti lì per lì i compagni di squadra, ci rendiamo conto di non avere un portiere. Secondo il migliore stile moggiano, riusciamo a farci cedere a titolo definitivo dalla squadra avversaria uno dei suoi tre portieri, che si rivelerà poi decisivo ai fini del risultato. Il match è spigoloso e poco spettacolare, i S.N.C. partono all'attacco ma si rivelano poco concreti. Piano piano si fa avanti la squadra avversaria, ma a metà del primo tempo arriva il gol dell'1-0 con una botta da fuori del numero 7 che beffa l'incerto portiere avversario. Prima dell'intervallo, però, un gollonzo in contropiede porta il risultato sull'1-1. Nella ripresa è sempre il 7 che con un'azione personale mette Ema in condizione segnare la rete del 2-1 solo davanti al portiere. I S.N.C. si rilassano però troppo e vengono infilati da un terribile uno due che rischia di tagliargli le gambe. Riordinate le idee, la squadra si sforza di mantenere la calma e di giocare con criterio, ed è così che arriva il gol del 3-3 firmato ancora da Ema, liberato da un bel passaggio del sottoscritto. Le forze ormai vengono a mancare, ma la vittoria è indispensabile se si vuole passare il turno, e a sette minuti dalla fine il numero 3 risolve trafiggendo il portiere un mischione in area avversaria la cui dinamica non posso però descrivere troppo minuziosamente dal momento che mi trovavo sdraiato per terra proprio nel mezzo del suddetto groviglio umano. Negli ultimi minuti ci si difende con il coltello tra i denti, cercando di resistere alla tentazione di lanciarsi in contropiedi corali lasciando completamente smarcati gli attaccanti avversari, ormai troppo stanchi per tornare in difesa e stabilmente stazionanti nella nostra metà campo. Al fischio finale dell'arbitro Vukovic scatta l'urlo liberatorio dei S.N.C., vincitori della prima (e penultima) partita del girone di qualificazione a tre squadre.

Le pagelle

Numero uno : acquistato a parametro zero a cinque minuti dall'inizio della partita, sarà più volte chiamato ad interventi spettacolari che salveranno il risultato. rivelazione. voto 7,5

Numero tre : carente nello scatto sul breve, dimostra però di avere discrete doti tecniche e soprattutto sigla il gol della vittoria. diesel. voto 6,5

Numero quattro : carente nello scatto sul breve, non dimostra di avere particolari doti, e viene perciò relegato in panchina il più a lungo possibile. granitico. voto 5,5

Numero sei : si piazza al centro dell'attacco ma non riesce a fare reparto da solo. si perde spesso sul più bello e l'unica sua azione memorabile è un tiro con conseguente perdita della scarpa destra. lezioso. voto 5,5

Numero sette : nonostante la giovane età, dirige la difesa con fin troppa spocchia e quando parte in progressione semina il panico nella difesa avversaria. plusvalore. voto 7

Numero nove (cioè io) : puntuale in difesa, dove spicca per un paio di recuperi spettacolari alla Holly e Benji, poco concreto in attacco, dove arriva poco lucido e manca qualche occasione di troppo. generoso. voto 6,5

Numero dieci : tatticamente indisciplinato, si lancia sovente in avanti facendo dannare i suoi compagni di difesa senza peraltro farsi vedere dalle parti del portiere avversario. smarrito. voto 5

Numero undici (Ema) : fa sentire il suo peso in attacco ed è certamente il più pericoloso in avanti, finché il fiato glielo permette. la sua doppietta è decisiva e gli vale il titolo di capocannoniere dei S.N.C. bomber. voto 7

giovedì, maggio 10, 2007

Democrazia all'italiana

Molti dei più alti esponenti del governo e dell'opposizione paiono ultimamente concordi circa il fatto che il bipolarismo rappresenti l'inevitabile ed auspicabile futuro del sistema politico italiano. Facendosi scudo della necessità di avere governi più forti e meno frammentati, si prepara di fatto, tra proclami e squilli di tromba, il colpo di grazia che verrà assestato ai partiti minori, al fine di spianare la strada al bipartitismo all'americana. Vista poi la sempre più accesa corsa agli elettori "moderati" e la gran voglia di mettersi d'accordo che accomuna i vari Fassino, Rutelli, D'Alema, Casini, Fini e Berlusconi, c'è da aspettarsi che il passo successivo sia il monopartitismo all'italiana. Pensate che bellezza, nessun rischio di perdere le elezioni e di rimanere senza poltrona! Via questi estremisti che non si lavano, puzzano e sporcano da tutte le parti insistendo con le loro opinioni vetuste e fuori dal coro che mi spaventano pure i bambini. Basta con questo spreco di risorse finalizzato a convincere la gente a votare due partiti sempre più simili tra loro. Niente più crisi di governo e scarico di responsabilità su chi ha governato negli anni precedenti. Fantastico! Inoltre, buona parte del lavoro è già fatta, per continuare l'opera sarà sufficiente prendere ad esempio la televisione, dove si è già trovato l'equilibrio perfetto e il Tg1 fa contenti tutti.

mercoledì, maggio 09, 2007

Gli antichi Greci (quei pervertiti)

Il problema dell'integralismo religioso e dell'ingerenza delle istituzioni religiose nella vita, politica e sociale, delle persone, mi dà, di questi tempi, molto da riflettere. Ho sempre creduto che la laicità di uno stato, intesa in senso lato e non solamente legislativo, andasse di pari passo con l'evoluzione culturale di un popolo; che mano a mano che si passasse dalla vita sugli alberi e nelle caverne agli studi scientifici e all'esplorazione più minuziosa delle capacità umane, si abbandonassero i sacrifici al dio sole in virtù dello sviluppo di un etica fondata sulla ragione e su principi universali derivanti più dalla condivisione della condizione umana che dall'appartenenza a questo o quel credo. Ma com'è possibile allora assistere a rivolte di piazza, scomuniche, maledizioni, requisizioni di beni se non addirittura a condanne a morte, all'indirizzo di chi nemmeno ha avuto l'ardire di votare a favore dei Dico, ma ancor più banalmente ha raffigurato la tal divinità nuda o ha baciato in pubblico, su una guancia, un estraneo? Tra gli altri terribili peccati possono inoltre figurare a vario titolo: pubblicare vignette satiriche, essere omosessuali, subire violenza sessuale, convivere all'infuori del matrimonio e votare per il partito comunista. Forse allora sarebbe il caso che qualcuno smettesse di evolversi, ammesso che stia provando a farlo, e magari guardasse indietro di 2500 anni, per accorgersi che anche se Voltaire e il povero Gesù non si erano ancora fatti vivi, gli antichi Greci avevano già molto da insegnare, in termini di laicità e di modernità sociale.

giovedì, maggio 03, 2007

Le débat

Nel tentativo di rendere interessante una serata che il Manchester United non contribuisce minimamente ad animare lasciandosi passivamente surclassare dal Milan nella semifinale di Champion's League, si decide di sintonizzarsi sulla diretta via internet del dibattito per le presidenziali francesi trasmesso da France2. Ségolène, prima donna ad arrivare al ballottaggio per la poltrona di Presidente della Repubblica Francese, si dimostra aggressiva e cerca di mettere alle strette il nano demagogo e fascistoide Sarkozy, il quale, così descritto, non può che riportare alla mente il suo omologo italiano. Sarko, dal canto suo, si sforza di apparire calmo e imperturbabile, limitandosi a piagnucolare con aria da cane bastonato in risposta ad ogni critica. La missione di Ségo è tuttavia disperata. L'uomo occidentale, diciamolo, è sostanzialmente egoista, sia socialmente che economicamente. Ha paura dell'uomo nero, e se ne sbatte della conseguenza delle sue azioni sul prossimo e nel lungo termine. Quando si renderà conto che la crescita smisurata del suo benessere a scapito di quello della maggior parte della restante popolazione mondiale è incompatibile con la sopravvivenza dell'intero pianeta, sarà probabilmente troppo tardi. Nel frattempo, se può servire a qualcosa, in bocca al lupo, Ségolène.

lunedì, aprile 23, 2007

venerdì, aprile 20, 2007

Le cose importanti

Per fortuna anche e soprattutto nei momenti più bui, a livello mondiale, della nostra storia politica e sociale, c'è sempre qualcuno che si dà da fare per apportare alla comunità, con impegno e devozione, il suo contributo sui temi importanti della vita. In proporzione ovviamente alle proprie possibilità. In questo contesto si inserisce il recente parto della commissione di consulenza del Vaticano, composta da trenta persone stipendiate anche con il nostro otto per mille, la quale, partecipe dell'angoscia dell'umanità intera sul tema, definito «un problema pastorale urgente», determinata a porre fine all'ansiosa attesa dell'opinione pubblica, dopo tre anni di intense e dolorose contrazioni collettive, ha prodotto, o meglio ha espulso, con la benedizione del Divino Pontefice, un documento di quarantuno pagine dal titolo «La speranza di salvezza per i bimbi che muoiono senza essere battezzati». Il limbo è stato dunque abolito. Alzi la mano chi non è in lacrime per l'emozione. D'altronde, a pensarci bene, era giusto così: in Paradiso ci sta l'amico di Pinochet (e magari anche Pinochet, visto l'andazzo) e non può andarci un povero feto la cui unica colpa è di avere un papà stupratore?

mercoledì, aprile 11, 2007

Crocette

La reclusione fa male. Trascorrere le giornate tentando di imparare a memoria un libro inutile che cerca di determinare scientificamente come far fare alla tua azienda un pozzo di soldi a scapito dei tuoi concorrenti sta cominciando a logorarmi. Il tutto, tra l'altro, è scritto in un italiano non sempre ineccepibile, da un tizio convinto che affatto e niente affatto abbiano il medesimo significato. Ma più di ogni altra cosa, ciò che mi angoscia veramente sono le crocette. Centoventi frasi, ciascuna delle quali ha cinquanta probabilità su cento di meritare una dannata crocetta sulla parola . Un'ora di tempo, trenta secondi a domanda. Se le sbagli tutte prendi -37, se riesci a strappare un quindici ti sei guadagnato l'ammissione all'orale, al cospetto del professore che ti interroga mentre legge il giornale e naviga sui siti porno. Un'esperienza affatto gradevole.

lunedì, aprile 02, 2007

Si ricomincia

Eccoci dunque di ritorno all'ovile. Nemmeno il tempo di posare le valigie che si è sepolti da una montagna di bollete da pagare e di incombenze varie. Il frigo è deserto fatta salva la montagna di formaggi francesi che mi terranno compagnia per i prossimi mesi. I régaz sono sempre al loro posto, le sfide a Pes con il Vale equlibrate, il Duma continua a stravincere al fantacalcio e piazza Verdi non smette di essere murata di giovani ubriaconi la cui presenza, che ho sempre guardato con una certa indifferenza se non addirittura di fastidio, mi risulta ora un po' più gradevole, se non altro come segno di vitalità di questa nostra città.
Ma cosa sarà di questo blog adesso? A chi mi rivolgerò per raccontare la mia vita quotidiana, ora che i lettori e i protagonisti diventano le stesse persone? Potrei farlo diventare una raccolta di post visionari e indecifrabili sulle tracce del buon Marchì, oppure iniziare a scrivere in francese o in inglese ad uso di eventuali visitatori stranieri. O infine, lasciarlo tristemente morire, a braccetto con la mia giovinezza. Che fare, dunque?

lunedì, marzo 26, 2007

Goodbye Nantes

Questi sette mesi sono infine giunti al termine. Tante cose sono successe ed è difficile ripercorrerle tutte nel tempo di un battito di ciglia, tra mille preparativi e incombenze tra le quali sembra impossibile riuscire a fare tutto quello che si vorrebbe con la dovuta calma. Non siamo abitutati a partire, viviamo sempre come se tutto ciò che ci circonda fosse eterno, ed è difficile pensare che la vita che hai vissuto sia stata solo una parentesi destinata a non ripetersi, a rimanere circoscritta ad un breve periodo, con un inizio ed una fine. Non è la vera vita questa, ma è pur sempre una parte di essa. In sette mesi ho conosciuto decine di persone, alcune delle quali molto meglio di altre che ho frequentato per anni. Di solito il distacco arriva inaspettato, le circostanze ci fanno allontanare dalle persone in maniera più o meno consapevole, più o meno brusca. Qui il biglietto aveva già scritta fin dall'inizio la data del ritorno, ma ciò non ha impedito di vivere al massimo, senza pensare troppo che un giorno tutto sarebbe dovuto finire. Ma va bene così, i tempi sono maturi, e si ritorna senza rimpianti e un pò più grandi di quando si era partiti.

lunedì, marzo 19, 2007

Sigaro e whisky

Arredamento dai toni scuri, piuttosto elegante. Una saletta circolare in fondo al locale. Luce soffusa. Alle pareti, bottiglie di Champagne tra i più pregiati e scatole di sigari accatastate con armonia. In sottofondo, jazz poco più che sussurrato, dentro al quale sembra di poter sprofondare semplicemente chiudendo gli occhi. Un whisky, senza ghiaccio, un sigaro. Nuvole di fumo e parole. Sapore di tabacco e amicizia.

giovedì, marzo 15, 2007

Apologia del cazzeggio

I più ingenui potrebbero pensare che non avere un cazzo da fare tutto il giorno, specie mentre la maggior parte della gente che si ha intorno si dedica alle attività lavorative le più svariate, risulti frustrante e demotivante. Io stesso, abituato alla pur blanda routine universitaria, ho sempre guardato con un po' di compassione coloro che trascorrevano le loro giornate trastullandosi con inutili passatempi, non intenzionati in alcun modo a tentare di dare un senso alla propria vita (e qui sono curioso di vedere chi tra i lettori si sentirà chiamato in causa, così su due piedi mi viene in mente una lista interminabile!). Tuttavia, recentemente, approfonditi studi scientifici scrupolosamente portati avanti in prima persona, hanno soprendentemente dimostrato, in maniera empirica ed inequivocabile, che cazzeggiare tutto il giorno non è assolutamente un peso! Altroché apatia e senso di colpa, sono due settimane che mi sveglio sei giorni su sette giusto in tempo per andare a pranzo, passo il resto del tempo a girarmi i pollici e ogni tanto esco la sera a farmi due birre in compagnia, e tutto ciò è fantastico! Non riesco a immaginare come potrò tornare a integrarmi nella società civile, sento che potrei continuare con questo ritmo per anni! Solo ora, finalmente, apprezzo tutto il piacere di oziare liberamente sopprimendo ogni minimo impulso di produttività!

giovedì, marzo 08, 2007

Le cene del mercoledì

Ogni mercoledì appuntamento fisso alla cucina di Stephan per quella che è ormai diventata una tradizione. A turno, ciascuno cucina per tutti gli altri, grossomodo una mezza dozzina di persone, mentre ogni commensale porta generalmente una salutare bottiglia di vino, che contribuisce ad indirizzare la serata verso l'alcolismo che avrà modo di essere coltivato più tardi al pub irlandese. Ad aprire le danze è stato Stephan, con un pollo tandoori accompagnato da riso basmati che, benché né sudafricano né tedesco, si è rivelato un piatto alquanto appetitoso. Il secondo sono stato io, esibendomi in una carbonara cucinata in condizioni estreme, con due pentole troppo piccole e due placche non abbastanza calde: ho praticamente inventato gli spaghetti pilaf, ma il risultato non è stato poi così malvagio (special thanks to: il Parmigiano Reggiano proveniente direttamente dalla via Emilia). Per terzo il tedesco Felix, che è andato sul classico proponendo una "colazione del contadino", con patate, uova e pancetta condite con erba cipollina. Il padrone di casa è poi tornato ai fornelli per un tacchino al curry anch'esso niente male, mentre ieri sera è stata la volta della tedesca Carolin, sulle cui tagliatelle al salmone scotte e insipide è invece il caso di sorvolare. Il prossimo appuntamento si preannuncia essere quello con il Chili con carne dell'inglese Dominque. Le prospettive non sono delle migliori, ma vedremo cosa il destino ci riserverà!

giovedì, marzo 01, 2007

Gastronauti


Una guida incompleta raccattata in biblioteca, quattro fogli stampati da internet e attaccati con lo scotch come approssimativa cartina, il timore, svanito solo all'ultimo, di ottenere in affitto una bagnarola dal più economico dei noleggiatori di Nantes, e si parte verso i lidi incogniti della piovosa Normandia. St. Malo, Mont St. Michel, Carteret, le spiagge dello sbarco, Bayeux, Caen, Honfleur, Etretat, Fécamp, Rouen e Chartres saranno le tappe, decise giorno per giorno, del nostro viaggio alla scoperta dei colori (sostanzialmente il grigio) e dei sapori di questa umida regione. I nostri gastronauti si sono privati in una sola occasione di un pasto degno della loro qualifica, nutrendosi con un tramezzino scopertosi poi scaduto acquistato nel supermercato dell'inutile paesino di Carteret. Per il resto, partiti con l'intento, esaudito, di sfondarsi di coquillage e prodotti ittici di vario genere, non sono mancate soddisfacenti escursioni nel mondo bovino, vegetale e dei latticini (merita una menzione il formaggio Pont l'Eveque, cugino del Camembert). Il gastronautismo ha lasciato spazio, senza alcun rimpianto, all'opportunismo in occasione dell'incredibile buffet "all you can eat" in cui montagne di ostriche, cozze, pesci, carni, verdure, formaggi e dolci di ogni tipo hanno riempito i nostri stomaci oltre i limiti dell'immaginabile, in barba alle regole più basilari dello slow food e dell'arte culinaria. E dopo cotanti banchetti, che bello tornare infine alla stuzzicante cucina della mensa universitaria!

venerdì, febbraio 16, 2007

Il bidè, parte seconda

Con sommo stupore, ho scoperto che alcuni abitanti della Bourgeonniere, ignoro del tutto secondo quale criterio, godono della presenza in camera della tanto citata suppellettile. Va da sé che nessuno dei fortunati approfitti dell'opportunità concessagli, interrogandosi vanamente circa la funzione del curioso oggetto. Ho visto con i miei occhi, gonfi di lacrime, un bidè mai utilizzato dal proprietario se non come catino per contenere scarpe infangate e simile immondizia, non batterei ciglio se venissi a sapere che c'è chi ne ha fatto una fioriera o una vasca per i pesci. Sempre per la serie, chi ha il pane non ha i denti!

lunedì, febbraio 12, 2007

I vicini

Colpito dalla devastante epidemia di grippe che ha annoverato tra le sue vittime la quasi totalità dei miei conoscenti, ho avuto modo, in questi giorni di reclusione, di osservare in maniera più sistematica la variegata e singolare fauna che compone il mio vicinato. Andiamo con ordine alla scoperta di questo fantastico mondo: nella stanza proprio accanto alla mia, risiede il Gabonese Urlante. Sempre allegro, ti accoglie puntualmente con mille feste ed esclamazioni a voce altissima quando ti incontra per le scale o in cucina. Un attitudine piacevole, se non fosse che tale tono di voce è quello abituale suo e dei suoi numerosi amici e amiche, soliti incontrarsi proprio nella sua camera per lunghe chiacchierate con sottofondo musicale. L'ideale la mattina presto quando sei andato a dormire alle cinque o quando hai 39 di febbre. Non ama chiudere la porta della stanza. Di fronte alla mia porta, quasi a voler compensare, destino crudele, sta il Muto, personaggio enigmatico, che denuncia qualche problemino relazionale. Solo dopo quattro o cinque mesi che ci incontravamo per il corridoio, ha risposto al mio saluto aggiungendo un muguno riconducibile ad un “salut” al vago cenno con la testa e lo sguardo basso a cui mi ero ormai abituato. Suona di tanto in tanto la chitarra e testimoni hanno riferito che nella sua camera regni un ordine maniacale. Contro l'altra mia parete sta la stanza dell'Ubriacone. Cordiale e sorridente, ha tuttavia la cattiva abitudine di condurre, generalmente in piena notte, comitive di Francesi ubriachi e molesti, che tentano, si presume con successo, di risvegliare tutti e 165 i residenti del bâtiment con urla e percosse all'indirizzo di porte e pareti. Proseguendo oltre, di fianco a quella dell'Ubriacone troviamo la più inquietante tra tutte le stanze della Bourgeonniere: proprietario ignoto, una sveglia suona pressoché incessantemente senza che nessuno si prenda la briga di spegnerla. Inizia veramente ad essere terrificante, nel silenzio più completo, quel bibibibibibibibibibibibi che sembra provenire dall'oltretomba. Di fronte alla stanza del Morto Vivente sta la Messicana. Costei, coadiuvata da una schiera di sue connazionali sparse per l'intera residenza, ha la peculiarità di risultare udibile fin da quando scende alla fermata del tram, distante tre o quattrocento metri in linea d'aria dalla mia finestra (chiusa) (con doppi vetri). A ciò si aggiunga una particolare passione per il canto che la induce a cimentarsi in ogni momento in gradevoli coretti (ovviamente a scuarciagola) in compagnia delle sue amiche, e il quadro delle sue caratteristiche salienti è presto fatto. Ultimo, in fondo al corridoio, è il Magrebino, senza dubbio il più gradevole tra tutti gli elementi citati fino ad ora. Si fa notare, oltre che per un timido odore di narghilè proveniente dalla sua stanza, per l'abitudine di nutrirsi di incredibili zuppe di carne e verdure, che è solito lasciare sul fuoco per ore ed ore, controllandole ogni mezz'ora e imprecando ogni volta perché parte del contenuto è fuoriscito imbrattando il fornello. Al termine dell'operazione si guarda bene dal pulire alcunché.

martedì, febbraio 06, 2007

Sogno o son desto??

D'ALEMA HA FATTO QUALCOSA DI SINISTRA, NON CI POSSO CREDERE! Scusatemi, sono sconvolto.

sabato, febbraio 03, 2007

La droga

Un venerdì sera tranquillo, dopo una settimana costellata da molto lavoro a scuola, poche ore di sonno, un guasto all'impianto di riscaldamento della Bourgeonniere e, dulcis in fundo, due ore di calcetto in cui la maglia di Grosso è stata onorata con qualche giocata d'autore. Accendo il computer, metto su un po' di musica tratta dalla selezione donatami da Stephan (solo 35 giga, perché tutta non mi entrava nell'hard disk) e, un po' sovrappensiero, apro Spider, il terribile solitario di windows. Terribile, perché, dopo tre o quattro mani, controllo le statistiche e mi cade l'occhio sul numero delle partite giocate: 434, il che significa, stimando una durata media di cinque minuti a partita, 2170 minuti, più di 36 ore passate davanti a quel giochino all'incirca dall'inizio dell'erasmus! Questa sì che è una droga pericolosa, altroché la cannabis!

mercoledì, gennaio 31, 2007

Pillole

I due hamburger. Un tizio per le scale si dirige verso la cucina trasportando una pila di stoviglie in cima alla quale sta una confezione, aperta, di due hamburger. Il tizio inciampa, forse distratto dal mio saluto, cerca di salvare il salvabile ma i due hamburger si spiattellano impietosamente su di un gradino. Il tizio raccoglie con calma i due hamburger e continua in direzione della cucina. Si presume che abbia ritenuto una bella sciacquata più che sufficiente a soddisfare le sue esigenze igieniche.

MacDonald's. Andiamo a cena fuori in onore del messicano Miguel, che parte l'indomani. Dopo che, interpellato, avevo detto che mi andava bene qualsiasi posto, escluso possibilmente il MacDonald's, la scelta cade sul Ristorante Pizzeria “Piazza d'Italia”, con tanto di colonne, statue di gesso e paesaggi veneziani dipinti alle pareti. Touché, preferivo il MacDonald's.

Il nano. Vado dal professore nano a chiedergli qual è la scadenza per consegnare un compito assegnatoci tempo addietro. Quello mi guarda attonito per un istante e poi fa: ieri! Era una battuta. Ahahah. Che ridere.

lunedì, gennaio 22, 2007

La condizione umana

Le nostre tradizioni e i nostri comportamenti, è riconosciuto, sono immancabilmente determinati dal contesto socio-culturale in cui nasciamo e cresciamo, vivendo e relazionandoci tutti i giorni con le persone che ci stanno attorno, che hanno perloppiù i nostri stessi punti di riferimento e con le quali condividiamo un consistente bagaglio di informazioni. Non per questo, per contro, possiamo dire di sentirci diversi da coloro i quali provengono dalle più disparate parti del mondo, solo perché la società che ha posto le basi alla loro formazione è più o meno lontana o differente dalla nostra. C'è qualcosa che non manca mai di legarci l'uno all'altro, di farci condividere la medesima condizione di essere umano. Non c'entrano la globalizzazione, le multinazionali, la diffusione capillare e in tempo reale di dati di ogni genere attraverso i media, le possibilità praticamente illimitate di comunicare senza difficoltà da un lato all'altro del pianeta. E' qualcosa che va oltre tutto ciò, che risiede nella nostra più profonda identità biologica. Ci sono momenti nella vita, in cui ci si rende conto che siamo veramente tutti uguali, che le regole della nostra convivenza non hanno bisogno di essere stabilite né tantomeno accettate, perché sono scritte nel nostro DNA e risiedono in noi fin dal giorno della nascita. Per me questo momento è arrivato quando ho scoperto che in Sudafrica e in Germania si pratica, con regole identiche alle nostre e che per questo non possono che essere parte del nostro corredo genetico, l'ancestrale gioco che tutti voi conoscete e di cui viene proposta, a inoppugnabile dimostrazione, un'eloquente illustrazione.

giovedì, gennaio 18, 2007

Il blocco dello scrittore

Non so cosa scrivere, non ho nessuna ispirazione particolare. So che per fidelizzare il pubblico del blog, volubilissimo, bisogna aggiornare frequentemente, altrimenti dopo due visite a vuoto ci si dimentica di andare a controllare, anche se è vero che allo stesso tempo non bisogna farlo nemmeno troppo di frequente, sennò si rischia di bruciare un post (infatti tutte le volte che ho inviato due post consecutivi il primo dei due è rimasto completamente ignorato). Tuttavia niente, il periodo di esami a ritmo martellante non dona spunti alla mia mente (escludendo naturalmente le cose che non si possono raccontare, mamma!). In ogni caso, the show must go on, quindi almeno con questo artifizio ho dato una scrollata alla pila dei messaggi, che stava cominciando a impolverarsi. A presto!

mercoledì, gennaio 10, 2007

L'ultimo bidè


Il sapone usciva
copioso
senza risparmiarsi
come consapevole del distacco
imminente e prolungato.
Il rubinetto miscelava
sapientemente
l'acqua calda e quella fredda
con cura, come se sapesse
che per lungo tempo
getti termicamente dissimili
avrebbero reso sgradevole
qualsiasi operazione igienica.
Le natiche assaporavano
ogni goccia
tiepida, che le lambiva
asportando dolcemente
le impurità
e godevano della comoda posizione
seduta.
Oh
bidè, bianco oggetto del desiderio
il cui nome
portatore di galliche sonorità
fa apparire tanto vicino
ma, in realtà, così lontano.
Per quanto ancora durerà
la nostra separazione
la tua assenza?
Io sento la tua
mancanza
tu senti
la mia?