giovedì, settembre 13, 2007

Con le unghie e con i denti

Finale thrilling per la prima parte della mia carriera universitaria. Ma missione compiuta. All'ultimo appello per laurearsi nella seconda sessione, proprio quando l'arbitro sta per fischiare la fine dei minuti di recupero, sulla sirena, con il cancello che si sta abbassando inesorabile alla Indiana Jones, riesco a gettarmi oltre rotolando e recuperando pure il cappello che era rimasto dall'altra parte. Bisognava farcela a tutti i costi, ma le cose non sembravano mettersi nel modo migliore, una volta ricevuto il testo del compito. Superata la crisi di panico, si riesce ad arraffazzonare qualche formula di senso compiuto qua e là. Minuti di interminabile attesa, sudore freddo e paranoie. Poi, ecco l'assistente. Mi elargisce un 18, magnanimo. E' fatta. Ma c'è ancora il cappello di là. Avrei bisogno di un 22. Non è che mi può fare una domanda? Ok. Fatta. Le metto 21. Senta scusi, umilmente, mi prostro, la imploro, non si potrebbe fare 22 già che c'è? Guardi veramente le volevo mettere 20. La scongiuro. Vabbè mi scriva questo e questo. Seguono cinque minuti di balbettii incomprensibili. Mi dia il libretto intanto. Diceva che è l'ultimo esame? Va bene, vada per il 22. Sbam. Il cancello si schianta al suolo un secondo dopo che ho ritirato la mano. Appena in tempo.