sabato, giugno 14, 2008

Il favoloso mondo segreto dell'umarell

Scendere in cantina a prendere la bici prelude spesso ad un incontro con il simpatico umarell abitante del piano terreno, il quale sembra trascorrere buona parte delle sue giornate negli umidi meandri che si celano sotto il nostro accogliente condominio. Il cerimoniale si svolge sempre secondo le stesse modalità: se il cordiale vecchietto è intento nei suoi interminabili traffici sotterranei, la sua presenza sarà annunciata dal cancello in cima alle scale, che troverete aperto; la luce sarà spenta, ma questo non vi tragga in inganno, giacché il vero umarell è pienamente autosufficiente e non intende certo gravare sul bilancio condominiale illuminando a ufo l'intera cantina; la porta comune sarà chiusa, ma non a chiave; il rumore derivante dalla sua apertura serve infatti a mettere in guardia l'umarell, il quale, udito lo scalpiccio, si affaccerà sul corridoio giusto in tempo per vedervi sbucare da dietro l'angolo e salutarvi tanto più giovialmente quanto più frequenti sono i vostri passaggi in zona. A quel punto, egli pronuncerà la frase di rito: “non chiuda mica a chiave l'uscio quando va via. E spenga pure la luce”. L'esperienza vi insegnerà ad anticipare il vecchietto rassicurandolo voi stessi per tempo circa le vostre intenzioni a riguardo.
Ma l'umarell, si sa, seppur diffidente ama in realtà condividere le sue esperienze ed abitudini. Raggiunta una certa confidenza, dunque, è possibile che egli decida un giorno di iniziarvi finalmente al suo fantastico mondo segreto. Dietro una banale domanda umarellica, inerente generalmente la pessima abitudine di qualche condomino di fare casino dopo le dieci di sera, potrebbe infatti celarsi la volontà di mostrarvi il suo misterioso regno, sul quale troppe volte avete fantasticato incuriositi: e così, prima che possiate rendervene conto, vi troverete circondati da decine di bottiglie artigianali di lambrusco, biciclette d'epoca perfettamente mantenute ed attrezzi di ogni tipo. La candidatura per qualsiasi lavoro di ciappinaggio (perché si sa che da quando c'è l'euro è sempre un salasso) e un rapido accenno a come a 81 anni non si riescano più a saltare i fossi per il lungo come a 80 concluderanno infine il vostro viaggio nello spensierato ed operoso universo INPS. Allontanandovi, mentre ringraziate e vi complimentate con l'umarell, non potrete non notare il sorriso gioioso e soddisfatto che si allarga sul suo viso.

giovedì, giugno 05, 2008

Sulla buona strada

Come in un déjà vu, la nostra amministrazione comunale ha deciso di imboccare risolutamente la via che ci porterà al disastro, come già nel 1999, quando fu eletto Guazzaloca, e poche settimane fa a Roma, con il suicidio targato Rutelli. Continuiamo così, e l'obiettivo, ancora una volta, non potrà sfuggirci.
Dopo aver finalmente rasserenato la popolazione circa la decisione di ricandidarsi alle prossime elezioni, nonostante dia l'impressione di avere a cuore le sorti di Bologna pressappoco quanto uno sversatore abusivo di rifiuti tossici di Casal di Principe tenga a quelle dell'entroterra campano, il nostro sindaco, con una brillante trovata, ha individuato la soluzione al tanto lamentato problema del “degrado” che minaccia di privarlo di diverse migliaia di voti. L'ineffabile primo cittadino ha dunque ritenuto di bonificare la zona universitaria ed i suoi dintorni non già ponendo un freno ad una lunga serie di comportamenti incivili e/o criminali quali, a titolo di esempio ed in ordine sparso, lo spaccio di droga, la deiezione all'aria aperta, il furto e la ricettazione di biciclette, l'ubriachezza molesta e il danneggiamento dell'arredo urbano, la cui repressione non è affatto remunerativa e anzi fa pure un po' schifo, ma vessando, a suon di un biglietto arancione alla volta, gli indecorosi e temibili individui che osano posare il proprio deretano sul suolo pubblico. Appare pertanto evidente come il problema delle piazze bolognesi, secondo il nostro sindaco e i suoi solerti collaboratori, risieda in coloro che le frequentano tout court, a prescindere da cosa essi facciano. Contro il degrado, dunque, niente macchine, niente motorini e, soprattutto, niente persone. Se tutto va bene, tempo cinque o sei anni, la gente avrà capito che per godersi finalmente in pace Bologna sarà meglio essere altrove.