lunedì, maggio 12, 2008

Il mondo alla rovescia

Sono sbalorditive e ripugnanti le reazioni seguite al recente intervento di Marco Travaglio a "Che tempo che fa". E' tuttavia necessario non astenersi dal ristabilire, ancora una volta, la verità. Chi infatti avesse la sventura di utilizzare come fonti di informazione il Tg1 o la Repubblica, potrebbe essere indotto a ritenere che Schifani sia stato "offeso o insultato senza avere avuto opportunità di contraddittorio". Più o meno quello che è capitato, cito un esempio a caso, ad Antonio Di Pietro, quando Silvio Berlusconi, durante la campagna elettorale, portato in braccio da un Vespa che ben si è guardato dal "dissociarsi", lo ha diffamato in sua assenza nel salottino di Porta a Porta sostenendo, senza mezzi termini e prova alcuna, che il suo titolo di studio fosse in realtà un documento falsificato con l'appoggio dei servizi segreti. Non vi ricordavate nemmeno che questo episodio fosse successo? Strano.
Ciò che più sconvolge ed amareggia, ancora una volta, non sono tanto le reazioni indignate dei vari esponenti della banda di manigoldi che siede al governo, sinceramente increduli che fatti accertati ma sgraditi possano essere riportati impunemente in televisione da qualche incosciente delatore, quanto il biasimo proveniente da chi avrebbe non il diritto ma bensì il dovere di esigere che venga fatta piena luce su fatti di una tale gravità. Ma è pur vero che siamo stati capaci di ignorare ben di peggio, e che la nuova linea dettata dai vertici dell'opposizione prevede l'abbandono dell'ormai stantia tattica di demonizzazione dell'avversario. Anzi, vediamo d'ora in poi di non creargli troppi fastidi, che se facciamo i bravi magari riusciamo a farci elargire qualche avanzo.