giovedì, febbraio 21, 2008

venerdì, febbraio 15, 2008

Il dubbio si insinua

Col passare dei giorni, la mia sicurezza viene meno. Fino a poche settimane fa avrei ritenuto assolutamente impossibile l'eventualità di votare Veltroni e il suo codazzo di teo-dem-ex-dc-pseudo-com dalle poche idee ma molto confuse. Il disgusto era tale che avrei preferito votare direttamente Silvio, per la serie "facciamoci del male, se è questo quello che ci meritiamo", piuttosto che avere sulla coscienza il peso della responsabilità di aver contribuito a cedere ulteriori metri, gli ultimi centimetri rimasti, in verità, nei confronti di coloro che la parola "sinistra" sembrano quasi vergognarsi a pronunciarla. Come delegare a rappresentarmi personaggi incapaci di opporsi almeno timidamente alle gerarchie ecclesiastiche, colpevolmente responsabili del persistente strapotere mediatico e dell'impunità di Berlusconi e dei suoi amici, tesi soltanto a preservare i loro benefici a costo di ricorrere alle più losche ed aberranti collusioni, troppo deboli e timorosi per avanzare decisamente su qualsiasi fronte che possa più o meno dispiacere alle cosiddette ali moderate?
Quale però la reale alternativa? Quale il senso di dare piuttosto il voto ad una forza politica più arraffazzonata che veramente composita e plurale, destinata con ogni probabilità a fare opposizione e vagamente sollevata da una simile prospettiva? E' forse il nostro destino ineluttabile di prendere atto della morte dell'ideologia, e di comportarci di conseguenza, rinunciando a tendere a ideali assoluti per accontentarci di volta in volta dei meno peggiori? E se alla fine, a forza di fare così, rimanessero solo quelli?

sabato, febbraio 02, 2008

Incubo pomeridiano

La vista traballa, la mente si annebbia, strappata al suo pigro dovere e trascinata a fondo dagli artigli carezzevoli delle occulte creature che abitano i più oscuri recessi degli abissi psichici. Il torpore si impossessa delle estremità, e mostri umidi compaiono uno alla volta, senza svelarsi del tutto, tanto più terrificanti perché difficili da riconoscere. Il metasogno lascia affiorare il disagio, poi la paura, la disperazione folle di non riuscire più a rimettere la testa fuori, di riprendere il controllo. Infine gli occhi si riaprono. Ma questa volta, non c'è sollievo. La testa continua a girare, mentre tutto inizia ad assumere un senso. Un senso che dà un volto ai mostri, ma non li dissolve. Forse l'incubo non è finito.

venerdì, febbraio 01, 2008

Operai

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie