mercoledì, settembre 30, 2009

L'importante è la salute

Ieri sera sono andato a dormire talmente rilassato che dopo aver impiegato una buona mezz'ora per prendere sonno ho vissuto la seguente avventura onirica: in volo sopra l'oceano Atlantico con un aereo di linea, rimanevo vittima di un incidente aereo con conseguente ammaraggio del quale ero presumibilmente l'unico superstite. Durante la drammatica picchiata assistevo contestualmente alla morte di un paracadutista di passaggio il quale tentava invano, davanti ai miei occhi, di aprire il paracadute medesimo spatasciandosi e morendo all'istante, ma non senza palesare un'immane sofferenza, all'impatto con la superficie dell'acqua. Raggiunta faticosamente la riva, una puntigliosa doganiera a stelle e strisce, guardandomi distrattamente dal suo gabbiotto sul molo, mi impediva persino di uscire dall'acqua e di mettere piede sul suolo statunitense, ritenendo la mia una volgare messinscena finalizzata esclusivamente ad immigrare illegalmente nel suo glorioso paese. Ritrovatomi improvvisamente in Austria, più precisamente al porto di Vienna, venivo ospitato da una coppia di couchsurfer locali conosciuti in occasione del loro erasmus a Bologna. Il divano assegnatomi risultava però in seguito essere ubicato in un cortile comune. Durante la notte venivo fatto oggetto di angherie dai condomini e derubato della mia Seat Arosa gialla parcheggiata in garage e carica di bagagli. Poi il sogno si faceva confuso e angosciante.

sabato, giugno 06, 2009

Diario di bordo

Il mio taccuino di appunti di viaggio è un cimitero di buone intenzioni. Raccoglie un discreto numero di tentativi presto abortiti, all'incirca uno per ciascuna delle mie recenti gite, quelle di breve come quelle di più lunga durata, di produrre una raccolta completa dei miei brillanti pensieri e osservazioni. E' così che si comincia in data 4 settembre 2006 con il treno che fendendo deciso la notte mi lanciava verso Nantes e le sue abbondanti precipitazioni. Per addirittura dieci giorni consecutivi mantengo incredibilmente fede al proposito, e la dozzina di pagine consegnate ai posteri contiene perloppiù una variegata collezione di insulti diretti al popolo francese e alla sua cultura tout court. Poi il nulla. L'autore sembra essere stato inghiottito dalle tenebre come il capitano Marlowe nella foresta africana, o come un utente Wind. Poche righe appaiono nei mesi successivi, fino al viaggio gastronautico in Normandia. Due giorni di dettagliati reportage, poi le ostriche e il sidro prendono il sopravvento.
Una volta a Toronto, cambiare strategia e optare per un meno elaborato elenco di eventi salienti non giova alla persistenza dell'iniziativa. L'utente Wind sembra ora stare dettando le sue memorie via telefono ad un sordomuto. Dalla galleria. Non ha sorte migliore il tentativo brasiliano, ancora una volta partito con grande entusiasmo. Sembra dunque destino che delle più o meno mirabolanti avventure, tra fiumi di caipirinha, churrasco, paranoie varie e ciabatte infradito, debba rimanere traccia solo nella mia memoria.
I pochi appunti relativi al week-end on the road a Chicago dimostrano come fatti scarsamente rilevanti, che si annotano frettolosamente per non correre il rischio di dimenticarli, meriterebbero invece di essere abbandonati al vaglio implacabile dell'oblio: in tutta sincerità, "pisciare in pullman durante l'accesso alla rampa autostradale non si rivela la scelta migliore" è probabilmente un'osservazione della cui perdita l'umanità avrebbe saputo farsi una ragione. Di rilevante, lo stream of consciousness interrottosi ancora prima di mettere piede sul suolo dell'Illinois ha così mancato di riportare la vana ricerca dell'astuta couchsurfer sotto una pioggia insistente che sembrava voler fare da ideale continuazione al diluvio carioca, il vagabondaggio notturno costellato di incontri assurdi e casuali, il fratello africano che in metropolitana si complimenta per il mio zaino smaccatamente anni '90, la deep-dish pizza, Pistol Pete e Sweet Home Chicago.
Foorse, invece di cercare di stare al passo col presente per non scordarne neanche un momento, la cosa migliore è raccontare ciò che è rimasto del passato, mentre nuovi orizzonti si aprono davanti agli occhi e, sorvolando l'America, dal finestrino si comincia a scorgere l'oceano Pacifico.

(San Francisco: un po' una piccola Ancona con tutte le sue salite e discese)

domenica, aprile 26, 2009

Il crogiolo culturale e i rischi della soda caustica

Sempre più svogliata e cigolante, la bicicletta monca mi porta fino a casa di Alibek, Curdo-Tedesco con la mania degli occhiali da sole e il vezzo di un enfatico vocabolario afro-americano, dove ha luogo il party di addio in vista della sua imminente dipartita. La fauna è variegata, e aggirarsi tra i sotto-party creatisi nelle diverse zone della casa essendo più sobrio della media dei presenti dà modo di assistere in sequenza a diversi siparietti che sommati l'uno all'altro forniscono la cifra stilistica di una serata di ordinaria surrealtà.
Pronti via, nemmeno il tempo di riempirmi un bicchiere di punch e mi becco un impezzo sulla condizione degli immigrati rumeni in Italia e la loro relazione con i recenti eventi di cronaca criminale, dalla quale svicolo mugugnando qualche generica considerazione sull'integrazione dei popoli e deviando il discorso sul comodo argomento della multiculturale società canadese. Nel frattempo un ciccione Canado-Giamaicano di nome Jaah mi chiede conferma del fatto che in Italia tutti vadano in giro per strada facendo roteare pasta per la pizza. Mi sposto sul terrazzo al piano di sopra incrociando una tizia coi capelli fucsia e mi trovo nel mezzo di una conversazione sull'importanza di Dio e della religione in cui un Nigeriano, un Canadese di madre Cino-Giamaicana e un nero enorme vestito come 50 Cent con tanto di croce d'oro al collo, tra uno "yo bro" e un "ya know what I mean", finiscono col concordare che, nonostante la reciproca incompatibilità e la corruzione esistente nelle vigenti istituzioni religiose, Dio non può che esistere, prova definitiva essendone che una volta un amico del nero è morto di colera a 27 anni e il giorno del suo funerale c'era il sole anche se il giorno prima pioveva. Mentre tutti annuiscono gravemente colgo l'occasione per svignarmela prima di essere interpellato e faccio ritorno al piano di sotto. Qui vengo impezzato in rapida sequenza prima da una bionda che mi dice di aver fatto un anno di scuole superiori a Battipaglia quando aveva 17 anni e poi da una tipa bassa e pettoruta, dalla fronte alta e fasciata da un tubino blu elettrico. Questa si rivolge a me con un accento incomprensibile che mi costringe a farle ripetere tre volte ogni frase. Le chiedo "uer ar iu from", e per fortuna mi trattengo dall'aggiungere "iu èv a streing acsent", perché quando mi risponde "I'm from here" mi rendo conto che è sordomuta. Telo con nonchalance e vado a fare due salti in soggiorno, dove una svedese coi capelli tinti di nero e la suddetta tipa coi capelli fucsia si fanno fotografare mentre si baciano dicendosi "se fossi lesbica mi innamorerei di te", per il sollazzo degli astanti che scattano decine di istantanee probabilmente destinate a finire su Facebook in un batter di ciglia. Nel frattempo il Cino-Canado-Giamaicano è completamente ubriaco ed ha la pessima idea di intrattenersi in animate discussioni con un capannello di neri che si fanno sempre più minacciosi man mano che gli argomenti di conversazione diventano più scabrosi e il politically correct viene a mancare. Mi allontano per un momento e al mio ritorno non c'è più traccia dello sventurato tranne un deposito di soda caustica sul bordo della vasca da bagno. Nel frattempo, mentre i régaz della Crazy House, eccezionalmente spintisi a più di cento metri dalla loro abitazione, trascorrono un paio d'ore seduti in disparte chiacchierando tra di loro per poi fare ritorno a casa alla spicciolata, Alibek si aggira per la festa facendo foto in continuazione senza guardare nello schermo, e dicendo "fuck that shit" ogni due secondi con il solito entusiasmo da impasticcato. Il punch è finito e le tartine pure. Io me ne vado.

mercoledì, aprile 22, 2009

Per tutto il resto c'è i soldi (del papi)

Scontrino del macellaio 15€, coi soldi. Biglietto aereo Bologna-Toronto 600€, coi soldi. Tre notti in hotel a downtown Toronto 250€, coi soldi. Mangiarsi una piada al crudo a 12000 km da casa non ha prezzo.

martedì, marzo 31, 2009

Ipse dixit

"Il Papa ha detto all'Angelus che Alda D'Eusanio è la prova della non esistenza dio Dio."

L: "Davvero? Beh, non mi sembra molto carino da parte sua!"
C: "Ma chi è l'Angelus?"

venerdì, marzo 27, 2009

Libertà è partecipazione

Le elezioni si avvicinano e la mia indecisione aumenta. Su cosa disegnare sulla scheda.

mercoledì, marzo 11, 2009

The difference between US and Canada

In Canada, if you steal 100 billion dollars from your shareholders, you get fined for 2 billion dollars. In the US, if you steal 100 billion dollars from your shareholders, you get fined for 2 billion dollars, but they also throw you to jail. And you don't know what's gonna happen to your ass in jail.

In Italia, se ti va male, diventi presidente di Alitalia.

sabato, marzo 07, 2009

Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale


Studio antropologico delle abitudini del soggetto che, al fine di garantirne l'anonimato, chiameremo Chicho Pachilio.

L'individuo si presenta in aeroporto travestito da emigrante albanese, abbigliato come un senzatetto e trascinando un bagaglio enorme contenente decine di indumenti adatti ad affrontare il circolo polare artico. Già durante il viaggio fino a casa il soggetto declama una serie delle sue proverbiali stronzate, con le quali demolisce senza appello la civiltà nordamericana ed induce lo scrivente a far partire il conto alla rovescia nella già ansiosa attesa del momento della partenza. Dopo aver inaugurato il soggiorno con un pisolino pomeridiano, giustificato dal jet lag, l'elemento si cala immediatamente in quello che sarà il suo modus vivendi per i giorni a venire. Vediamo dunque come il soggetto osservato trascorre le sue 24 ore tipo:

ore 19 - il primate si sveglia dal pisolino pomeridiano che ha avuto inizio intorno alle 16.30. Contestualmente, analizza tramite autopalpazione la disposizione delle feci nel suo intestino, decanta le doti dei fermenti lattici e denigra le abitudini alimentari di chiunque non abiti in via del Pratello. Prepara una serie di anedotti a tema squaraus che punteggeranno il resto della giornata.

ore 19.30 - dopo un'abbondante cagata, Chicho indossa l'unico paio di pantaloni e l'unico maglione che utilizzerà per l'intera settimana a discapito dell'ingente quantità di elementi di vestiario che giacciono intonsi nella valigia. Entra infine nella tuta da sci e si appresta a sfidare il gelo torontoniano bardato come un esquimese.

ore 20.30 - dopo aver individuato un ristorante adatto, il soggetto consuma un parco pasto serale, denigrandolo per la sua scarsa qualità nutrizionale.

ore 22 - raggiunta la festa, socializza esclusivamente con coloro che sono in grado di parlare italiano, ritenendo qualsiasi altra una lingua sottosviluppata. Nei momenti morti si lamenta per la scarsa avvenenza degli astanti.

ore 23.30 - Chicho inizia a mostrarsi insofferente, sostenendo di avere sonno e di voler andare a casa. Immediatamente dopo, si allontana dal party appisolandosi sul divano.

ore 1 - il gruppo esce di casa e si dirige verso un locale. Per tutto il tragitto, l'individuo alterna lamentele per la temperatura poco amichevole a veementi prese di posizioni in difesa del sacrosanto diritto di autodifesa di Israele contro i terroristi di Hamas a Gaza. L'unica bevanda considerata accettabile sarà il Long Island, tanto più apprezzato quanto più privo di alcool e somigliante a un normale tè freddo al limone. Una volta seduto al tavolo, allontana da sé i malcapitati seduti nel raggio di tre metri per mezzo di micidiali raffiche di fetide scoregge.

ore 2.30 - stremato, l'elemento raggiunge finalmente il letto. Incapace di controllare i suoi riflessi fisiologici, collassa istantaneamente in una profusione di flatulenze, effluvi calzaturieri e frasi moleste.

ore 10.30 - dopo non meno di 8 ore di sonno, il soggetto è pronto a cominciare una nuova giornata. Imprescindibile è tuttavia l'assunzione di cappuccio e pasta, possibilmente per via endovenosa. Qualsiasi eventuale variante verrà accettata ma denigrata per tutta la durata del pasto e nelle ore immediatamente successive.

ore 11.30 - Chicho è finalmente pronto per dedicarsi allo shopping selvaggio. Tuttavia, pur riuscendo a incrementare in due soli giorni il prodotto interno lordo del Canada di un punto percentuale, tornerà a casa insoddisfatto per non aver trovato i pantaloncini dei Boston Celtics, denunciando la scarsa qualità dei rivenditori di articoli sportivi locali confrontandola a più riprese con quella di Fini Sport.

ore 14.30 - dopo un pasto immancabilmente ritenuto troppo pesante e non paragonabile come rapporto qualità/prezzo con quello dell'osteria Fantoni persino nonostante il cambio favorevole, l'individuo declina qualsiasi proposta per il pomeriggio, preferendo un po' di sana lettura seguita da un consistente riposino che gli conferirà qualche ora di ulteriore autonomia prima di ricominciare a lamentarsi.

lunedì, febbraio 02, 2009

Superbol XLIII

La mia immersione nella cultura nord americana non avrebbe naturalmente potuto essere completa se non avessi fatto del mio meglio per celebrare nella maniera più adeguata l'evento sportivo per eccellenza per ogni cittadino a stelle e strisce che si rispetti (un po' meno per i cittadini a foglia d'acero, ma facciamo finta di niente). Fedele al modus operandi del ggiòvane 2.0 creo un evento facebook invitando tutti i miei conoscenti potenzialmente interessati, e ci si accorda in men che non si dica sul trovarsi presso un enorme pub multi-livello e multi-edificio fornito di tanti schermi televisivi quante sedie. L'offerta di un buffet all-you-can-eat per 10$ non richiede una valutazione molto ponderata prima di essere accettata con entusiasmo. Due hot dog conditi con fagioli, formaggi vari e altre misteriose sostanze grasse e dall'odore pungente fanno da contorno ad una mezza dozzina abbondante di carnose ali di pollo in salsa, due panini prosciutto e formaggio e una pioggia di nachos multicolore. Una volta raggiunto il livello di guardia, la comparsa di crocchette di pollo fritte in agrodolce al sesamo sconvolge i piani e richiede un ulteriore, eroico sforzo al coraggioso esploratore dell'occulto, costringendolo ad innaffiare il tutto con un paio di litri di liquidi di varia natura oltre che a un poderoso abbiocco all'inizio del terzo quarto di gioco.
Nel frattempo il colossale show, che si dilunga tra nani, ballerine, cantanti premio Oscar con la famiglia sterminata da un pazzo omicida ed equipaggi di aerei miracolosamente ammarati, non ha ancora lasciato il campo alla sua appendice costituita dalla partita, confinata tra una serie infinta di spot concepiti esclusivamente per l'occasione e un concerto di Bruce Springsteen. La partita. Ricordo di aver denigrato il baseball, arrivando addirittura a privarlo del titolo di "sport". Lungi dal ricredermi circa il suddetto passatempo per panciuti individui imberrettati (non soltanto quelli seduti sugli spalti), mi trovo ora in qualche imbarazzo nel descrivere un gioco che consiste nel disporre in campo nove negri dal collo taurino, i bicipiti rocciosi e bardati come le truppe di terra NATO in Afghanistan investendoli del compito di tenerne a bada altri 11 altrettanto enormi mentre un bianco si adopera per far arrivare la palla ad un altro negro che corre come una gazzella. La demenzialità della situazione non può che eccitare a dismisura l'indigeno amante di birra e barbeque, che apprezza e sottolinea con ululati entusiasti le effettivamente rimarchevoli gesta atletiche dei concorrenti. Neanche a dirlo, il match si conclude con uno spettacolare touchdown volante millimetrico a una manciata di secondi dal termine, che sancisce la vittoria della squadra favorita per la quale, cosa inusuale, mi ero deciso a parteggiare tiepidamente, non sentendomela di tifare, per ovvi motivi onomastici, per gli Arizona Cardinals. E come ha sentenziato uno dei presenti a 3 minuti dalla fine, a prova della grande competenza e passione che tutti ci animava: "Ah, ma allora sono i bianchi!".

giovedì, gennaio 22, 2009

I conti della serva

Abbandonando per un momento la sua funzione ludico-antropologica, il blog sente oggi la necessità impellente di calarsi nel ruolo di importante servizio sociale. Un ruolo che in un paese democratico ed evoluto dovrebbe essere ricoperto dai mezzi di informazione, i quali però, come conferma il nostro premier, non sono attualmente degni di un paese civile. Si è dunque costretti, nostro malgrado, a ricostruire gli eventi, finanche quelli di politica interna, affidandosi a quotidiani stranieri di risaputa impostazione comunista, come ad esempio il Financial Times. A vantaggio pertanto di tutti coloro che, come chi scrive, pur sentendo una gran puzza di fregatura non erano riusciti a ricostruire cosa fosse successo esattamente nella vicenda Alitalia da un anno a questa parte, quanto segue, tratto da un articolo del 12 gennaio 2009, fornirà un quadro sintetico e preciso, così, tanto per cercare chiarirvi le idee e farvi incazzare un po' di più.

A marzo 2008, Air France offre 140 milioni di euro per comprare Alitalia accollandosene anche i debiti ammontanti a 1,2 miliardi di euro. Berlusconi, all'epoca all'opposizione, aizza i sindacati e costringe Air France a ritirare l'offerta sparando la minchiata della cordata italiana. Nel frattempo pare che Prodi fosse impegnato in una sfida a nascondino con Veltroni e Rutelli. Quest'ultimo non è ancora stato trovato.
In dicembre, Berlusconi ha finalmente trovato la cordata italiana. E vorrei anche vedere, visto che gli ha promesso che gli regalerà una barca di soldi (stranamente, non suoi). Vediamo come: Alitalia viene divisa in due parti, una sana, o meglio ancora viva, ed una che consiste sostanzialmente in 600 milioni di euro di debiti più qualche migliaio di esuberi da smaltire. La parte sana viene venduta al consorzio italiano CAI (un gruppo di imprenditori integerrimi presieduto da Roberto Colaninno, condannato a quattro anni e un mese di reclusione per bancarotta nel 2006, pena condonata grazie all'indulto) a fronte di un esborso di 427 milioni di euro. CAI acquista inoltre AirOne (sull'orlo del fallimento) per una cifra stimata intorno ai 300 milioni di euro.
Un mese dopo, Air France acquista il 25% di CAI per 320 milioni di euro. Il che porta, come per magia, il valore di CAI a 1,3 miliardi di euro! Air France stima inoltre che l'investimento le frutterà 280 milioni di euro l'anno.
Tirando le somme, CAI ha sborsato circa 700 milioni di euro e venduto il 25% delle sue quote per 320 milioni, non male; per la stessa cifra AirFrance, che era disposta a sborsare 140 milioni accollandosi 1,2 miliardi di debiti, ha acquistato un quarto di una compagnia sana, un bell'affare anche questo. Berlusconi, cacciando dalla porta i Francesi che sono poi rientrati dalla finestra, ha fatto la figura del salvatore della patria agli occhi degli spettatori del Tg1, nonostante questo sia controllato dai comunisti di cui sopra. Lo Stato Italiano ha incassato 427 milioni accollandosene 600 di debiti, quando avrebbe potuto chiudere l'operazione un anno fa con un attivo di 140 milioni e risparmiarci una non indifferente quantità di pugnette. Insomma, indovinate chi è che l'ha presa nel culo alla fine.

martedì, gennaio 20, 2009

Back to school

Poiché sembra che un epilogo dell'inaspettato sciopero degli assistenti che ha bloccato ogni attività didattica dal lontano 6 novembre 2008 sia ormai alle porte, è il caso di fare il punto sull'offerta formativa del sistema scolastico canadese, un argomento dal quale i miei numerosi ed affezionati lettori saranno senza alcun dubbio tanto distanti e poco informati quanto avidi di notizie. Vediamo dunque nel dettaglio quali sono e come si presentano i corsi che ho frequentato durante la prima parte del quadrimestre autunnale, e che sono ora congelati in attesa della conclusione delle sempre avvincenti controversie sindacali.

ITEC 3020 Web Technologies

Si tratta di un corso di informatica alquanto elementare la cui principale caratteristica è quella di essere tenuto da un umarell proveniente da una zona non meglio precisata del mai abbastanza rimpianto blocco sovietico. Costui, oltre a punteggiare le sue noiosissime lezioni con battute apparentemente esilaranti a giudicare dall'ilarità suscitata nei presenti, è in lotta aperta con le forze oscure del Senato Accademico, che mettono bocca sullo schema di valutazione del corso impedendogli di far sì che una ricerchina a scaletta prefissata con tema "Il Social Networking" valga per il 30% del voto finale. Si rifà alzando indiscriminatamente i voti dell'esame parziale perché insoddisfatto dell'esito generale.

ITEC 4020 Internet Client Server Systems

Idealmente collocato nell'anno di studio successivo al precedente, il corso, del quale è titolare un docente rumeno detentore in passato di una cattedra al Politecnico di Torino, ha invece la pretesa di toccare in 40 ore di lezione tutto lo scibile in materia di progettazione e gestione di siti internet. Agli studenti riuniti in gruppi è richiesto, dopo aver letto qualche sintetico capitolo da uno scarno manuale e aver ricevuto l'illuminazione da parte dello spirito santo, di creare e gestire un'architettura client-server che supporti un sito internet dotato di tutte le tipiche caratteristiche dei social network di cui pullula il web 2.0. In questo contesto, mi sono specializzato nella selezione degli sfondi per i power point con l'ausilio dei quali vengono presentati di volta in volta alla classe i progressi del gruppo nello sviluppo del sito.

ADMS 4370 Data Analysis Systems

Tenuto da una minuta professoressa asiatica di nome Ng la cui flebile voce è difficilmente udibile da una distanza superiore al metro, e quindi anche dalla prima fila, da cui comunque a scanso di equivoci mi tengo ben lontano, la materia è dedicata all'utilizzo di uno specifico software di gestione dei database per mezzo del quale è possibile effettuare analisi di tipo statistico su campioni numerici di qualsiasi genere. La peculiarità di questo insegnamento riguarda l'elevato numero di esercitazioni che vengono assegnate nel corso del quadrimestre, le quali richiedono di estrapolare dai dati forniti, utilizzando un opportuno linguaggio di programmazione, indici e coefficienti vari e di utilizzarli per inferire sul comportamento dei fenomeni di volta in volta studiati. L'aspetto negativo è che il nesso tra un p-value minore di 0.005 e una maggiore incidenza dei disastri aerei nello stato del Nebraska continua a rimanermi del tutto oscuro, quello positivo è che ho smesso di preoccuparmene, perché per quanto mi arrovelli per fornire delle risposte sensate ottengo invariabilmente 3 punti su 4 su un totale finale di 100 punti.

ADMS 4460 Organizational Development

Altrimenti detto Sviluppo Organizzativo, è questo per il momento l'unico corso di area economico-manageriale, e tratta l'argomento del miglioramento dei processi e della struttura delle organizzazioni, in particolar modo nei momenti di crisi. Il docente è un istrionico Gallese il quale, fedele al metodo anglosassone, ormai applicato con crescente entusiasmo in tutto il mondo accademico, specie nelle discipline più astratte, da un lato fa sfoggio della sua loquela con discretto diletto dell'uditorio, dall'altro coinvolge gli studenti nella discussione, dando modo anche ai più timidi di sparare le minchiate più clamorose senza che nessuno batta ciglio, tanto più o meno ci si prende sempre. La classica materia, dopo le già apprezzate Economia e Organizzazione Aziendale L-B, Gestione Aziendale L e Comportamento Organizzativo LS, i cui argomenti rientrano immancabilmente in una delle due seguenti categorie: le banalità e le stronzate; o, nella maggior parte dei casi, in entrambe.

CSE 4214 Digital Communications

Insegnata da un giovane professore capace di presentarsi a lezione abbigliato come il Duma, è senza dubbio la materia più tecnica ed ingegneristica dell'intero pacchetto, e si dipana tra lunghi integrali che trascrivo fedelmente e labili nessi logici con il mondo reale che riempiono di vuoto il mio sguardo ma che non sfuggono ai miei colleghi che anzi intervengono anticipando e talvolta correggendo le deduzioni del docente. La platea è composta dalla più densa ed incallita schiera di nerd con cui mi sia mai capitato di condividere la stessa stanza (questo perché non ho mai partecipato ad un live di Vampiri). Uno dei suddetti individui è inoltre solito presentarsi accompagnato da un insulso cane di piccola taglia che non si astiene dall'abbaiare di tanto in tanto e dall'emettere disgustose flatulenze, ciò che fa sì che ci si riferisca alla classe in questione come "the dog class".

venerdì, gennaio 09, 2009