lunedì, febbraio 02, 2009

Superbol XLIII

La mia immersione nella cultura nord americana non avrebbe naturalmente potuto essere completa se non avessi fatto del mio meglio per celebrare nella maniera più adeguata l'evento sportivo per eccellenza per ogni cittadino a stelle e strisce che si rispetti (un po' meno per i cittadini a foglia d'acero, ma facciamo finta di niente). Fedele al modus operandi del ggiòvane 2.0 creo un evento facebook invitando tutti i miei conoscenti potenzialmente interessati, e ci si accorda in men che non si dica sul trovarsi presso un enorme pub multi-livello e multi-edificio fornito di tanti schermi televisivi quante sedie. L'offerta di un buffet all-you-can-eat per 10$ non richiede una valutazione molto ponderata prima di essere accettata con entusiasmo. Due hot dog conditi con fagioli, formaggi vari e altre misteriose sostanze grasse e dall'odore pungente fanno da contorno ad una mezza dozzina abbondante di carnose ali di pollo in salsa, due panini prosciutto e formaggio e una pioggia di nachos multicolore. Una volta raggiunto il livello di guardia, la comparsa di crocchette di pollo fritte in agrodolce al sesamo sconvolge i piani e richiede un ulteriore, eroico sforzo al coraggioso esploratore dell'occulto, costringendolo ad innaffiare il tutto con un paio di litri di liquidi di varia natura oltre che a un poderoso abbiocco all'inizio del terzo quarto di gioco.
Nel frattempo il colossale show, che si dilunga tra nani, ballerine, cantanti premio Oscar con la famiglia sterminata da un pazzo omicida ed equipaggi di aerei miracolosamente ammarati, non ha ancora lasciato il campo alla sua appendice costituita dalla partita, confinata tra una serie infinta di spot concepiti esclusivamente per l'occasione e un concerto di Bruce Springsteen. La partita. Ricordo di aver denigrato il baseball, arrivando addirittura a privarlo del titolo di "sport". Lungi dal ricredermi circa il suddetto passatempo per panciuti individui imberrettati (non soltanto quelli seduti sugli spalti), mi trovo ora in qualche imbarazzo nel descrivere un gioco che consiste nel disporre in campo nove negri dal collo taurino, i bicipiti rocciosi e bardati come le truppe di terra NATO in Afghanistan investendoli del compito di tenerne a bada altri 11 altrettanto enormi mentre un bianco si adopera per far arrivare la palla ad un altro negro che corre come una gazzella. La demenzialità della situazione non può che eccitare a dismisura l'indigeno amante di birra e barbeque, che apprezza e sottolinea con ululati entusiasti le effettivamente rimarchevoli gesta atletiche dei concorrenti. Neanche a dirlo, il match si conclude con uno spettacolare touchdown volante millimetrico a una manciata di secondi dal termine, che sancisce la vittoria della squadra favorita per la quale, cosa inusuale, mi ero deciso a parteggiare tiepidamente, non sentendomela di tifare, per ovvi motivi onomastici, per gli Arizona Cardinals. E come ha sentenziato uno dei presenti a 3 minuti dalla fine, a prova della grande competenza e passione che tutti ci animava: "Ah, ma allora sono i bianchi!".

2 commenti:

Tasso ha detto...

La follia filo-americana scaturita nei gruppo dopo l'elezione di Obama mi ha spinto a guardare anche con un fuso orario improbabile il SuperBowl (che la RAI ha trasmesso in diretta, niente Mondiali ma il SuperBowl sì...).
Per l'occasione siamo andati a casa di Frigo (il soprannome non è casuale), che attualmente gioca a football, per avere anche un supporto tecnico adeguato. Ora so tutto del football americano e, ahimè, ho scoperto che mi piace un botto.

Anonimo ha detto...

In effetti devo notare che l'analisi degli sport americani da parte del nostro blogger preferito risulta un tantino italo-approssimativo-casereccia, anche se inevitabilmente divertente. Comunque pensando agli arbitri comprati da Moggi e alle squadre di calcio fatte coi miliardi (di euro): nel football americano gli arbitri sono professionisti e non sbagliano praticamente nulla e le squadre peggio classificate hanno la possibilità di scegliersi i migliori giocatori dei college a inizio stagione.