mercoledì, dicembre 19, 2007

Grazie ragazzi

Per aver cercato di uccidermi ridendo di me nel frattempo. No, sul serio, grazie a tutti. E' stato un bel party. Credo.

domenica, dicembre 09, 2007

Fine della ricreazione

"A Luttazzi è stata data piena libertà, ma di questa libertà era necessario fare un uso responsabile". Con questa paradossale giustificazione, si è cercato di far passare la sospensione di Decameron, il programma satirico di Daniele Luttazzi, come un atto dovuto in risposta alla sconsiderata ed autolesionista volgarità dell'autore. Come dire, libertà totale, ma di fare quello che diciamo noi. E' però necessario non accettare rassegnatamente quest'ennesimo sopruso, dietro al quale sembra risiedere non la semplice insofferenza di un laido ciccione bavoso (spero di non meritare una querela per questo, si tratta di una semplice descrizione morfologica) per una battuta nemmeno particolarmente memorabile, ma un preciso disegno politico, insofferente ai fatti declamati da Luttazzi, più che alla sua ironia, e al suo strepitoso e forse inatteso successo di pubblico. Un comico che dice cose scomode, viene così accusato di non far ridere o di essere volgare al fine screditare il suo intero discorso. Bisogna dunque denunciare con forza come la notizia della sospensione del programma sia stata censurata dall'edizione serale del tg di La7, e gli atti di intimidazione fisica subiti da Luttazzi stesso. Non perché la rete non possa fare a meno del mio sfogo di indignazione e frustrazione (l'ennesimo, guarda caso), ma affinché non si perda di vista la verità, troppo facilmente manipolata con motivazioni pretestuose in favore dei consueti interessi politici.

giovedì, dicembre 06, 2007

Le ultime parole famose

"Ci teniamo oggi - proclamava Diliberto il 29 aprile 2007, poco più di sette mesi fa - domani, per sempre, il nome, il simbolo, la stella e la bandiera d'Italia. La nostra sfida è il contrario dell'abiura. Dentro la sinistra ci andrà ciascuno come gli pare e noi entreremo da comunisti nella sinistra senza aggettivi".
L'arcobaleno. A raccontarlo, non ci si crede. I simboli dei partiti stanno convergendo. I colori si attenuano, il bianco, il rosso e il verde passano in primo piano. Ci si accalca verso il centro. Non c'è via d'uscita. A questo punto credo non resti che la rivoluzione armata. Altre proposte?