martedì, settembre 19, 2006

Boniface

Venerdì sera, uno spicchio di luna in cielo, piove, un po'. Fa freddo, ma non troppo. Il locale, fumoso, poi non così tanto, né troppo grande, né troppo piccolo; né bello, né brutto. Strani filmati proiettati alle pareti. Quelli sì, brutti, sgradevoli piuttosto. Tanto vale tornarsene verso casa. Alla spicciolata, il crucco-ungherese dà un passaggio a qualcuno con la sua BMW, gli spagnoli tanto vale lasciarli perdere, tanto stanno sempre tra di loro. Ci si incammina fendendo l'aria umida, con la vana speranza di trovare un tram che ci porti a casa. Il pollice in fuori, vedi mai, tanto per avere un pretesto per insultare quelli che non si fermano. Ma Boniface ci spiazza. E' ivoriano, come Drogba, dice. Ha fatto un sacco di “stop” anche lui, quand'era studente. Ti verrebbe voglia di abbracciarlo, da quanto è semplice e gratuita la sua gentilezza. Ce ne andiamo a dormire stupiti e soddisfatti. Basta poco, certe volte.

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