Una guida incompleta raccattata in biblioteca, quattro fogli stampati da internet e attaccati con lo scotch come approssimativa cartina, il timore, svanito solo all'ultimo, di ottenere in affitto una bagnarola dal più economico dei noleggiatori di Nantes, e si parte verso i lidi incogniti della piovosa Normandia. St. Malo, Mont St. Michel, Carteret, le spiagge dello sbarco, Bayeux, Caen, Honfleur, Etretat, Fécamp, Rouen e Chartres saranno le tappe, decise giorno per giorno, del nostro viaggio alla scoperta dei colori (sostanzialmente il grigio) e dei sapori di questa umida regione. I nostri gastronauti si sono privati in una sola occasione di un pasto degno della loro qualifica, nutrendosi con un tramezzino scopertosi poi scaduto acquistato nel supermercato dell'inutile paesino di Carteret. Per il resto, partiti con l'intento, esaudito, di sfondarsi di
coquillage e prodotti ittici di vario genere, non sono mancate soddisfacenti escursioni nel mondo bovino, vegetale e dei latticini (merita una menzione il formaggio Pont l'Eveque, cugino del Camembert). Il gastronautismo ha lasciato spazio, senza alcun rimpianto, all'opportunismo in occasione dell'incredibile buffet "all you can eat" in cui montagne di ostriche, cozze, pesci, carni, verdure, formaggi e dolci di ogni tipo hanno riempito i nostri stomaci oltre i limiti dell'immaginabile, in barba alle regole più basilari dello slow food e dell'arte culinaria. E dopo cotanti banchetti, che bello tornare infine alla stuzzicante cucina della mensa universitaria!