Sabato sera, si esce in formazione base, due soli elementi agili e cinici, pronti ad adattarsi all'evolversi delle circostanze senza l'inerzia tipica dei gruppi numerosi. Gli ingredienti perfetti per serate spettacolari. Ore nove, appuntamento al locale Tex-Mex con finalità prettamente alcolica per chi è solito cenare ad orario germanico, gastronautica per le persone normali. Piatti stracolmi e colorati decorano ognuno dei tavoli intorno al nostro, l'obiettivo prefissato è quello di riuscire ad ordinare la portata col migliore rapporto porcata/prezzo. Missione compiuta, dal momento che per una dozzina di dollari mi faccio portare una montagna di Supreme King Nachos addobbati con un'interminabile serie di condimenti dal guacamole alla carne in salsa piccantissima passando per i fagioli, le cipolle, i peperoni e la crema di formaggio che richiederanno notevoli impegno e dedizione per essere fatti sparire dal piatto, a qualsiasi costo. Perché si sa, è una questione di principio. Nel frattempo, mentre lotto eroicamente contro i conati di vomito, il mio compagno di serata inizia a manifestare interesse misto a preoccupazione per certe slumate indirizzategli da una tizia procace che siede alle mie spalle e al fianco di un tizio enorme. Quando quest'ultimo si alza repentinamente venendogli incontro vedo il terrore balenare nei suoi occhi per un istante, subito spazzato via da un sospiro di sollievo: "uff, è gay!". Il tizio, orecchino sparluccicante, camicia nera, tergisudore nero al polso e pantalone in pelle nera, è professionale messaggero, forse di lunga esperienza: "la mia amica dice che sei figo, è il momento di andare fuori a fumare una sigaretta". Sempre fedeli al motto "non è il caso di essere scortesi", lascio il mio amico al suo dovere e mi faccio prestare la bici per fare nel frattempo una gita fino al bancomat. Nel preciso istante in cui usciamo, naturalmente, inizia a nevicare a vento noncurante dei 18 gradi di fino a due giorni prima, i quali mi avevano indotto ad uscire di casa leggerino, cioè con solo due maglioni e un impermeabile sopra le due magliette. Di ritorno al ristorante mi ricongiungo al mio socio, e insieme ci dirigiamo verso il vicino locale, dove, mi spiega, ha invitato la suddetta tipa a raggiungerci più tardi. Locale dove, tuttavia, già un'altra tipa avrebbe dovuto ben presto raggiungere il mio amico. Disorganizzato o amante del rischio? Sprovveduto o fine conoscitore delle leggi della statistica? Sarà la Storia a dirlo.
Ben presto la tipa del Tex-Mex fa il suo ingresso seguita soltanto dal suo amico. All'improvviso la prospettiva di una serata a quattro si fa inquietante per me vista l'iniqua distribuzione delle attitudini sessuali dei presenti. Il tempo di scambiare due parole e il mio compare mi si rivolge con sguardo inquieto profferendo un "oddio, questa qui è una che sa esattamente quello che vuole!". Annusata l'aria, mi alzo immediatamente, un attimo prima di rimanere invischiato in una situazione imbarazzante. Vado in giro per il locale divertito dalle circostanze, incrociando le occhiate ammiccanti del panterone nero, e interrotto di tanto in tanto dal mio amico che, complice la presunta incontinenza della sua amica, una siculo-canadese dai modi piuttosto spontanei, viene sempre più agitato a chiedermi consiglio su come evitare un tragicomico incontro a tre con la sopraggiungente invitata. Incontro che peraltro il sottoscritto non può che stare pregustando con impazienza, promettendo questo di mettere la ciliegina sulla torta di una serata da top-ten dell'assurdo. Ma le ore passano, la situazione non si evolve, e tra due chiacchiere con qualche altra cliente del locale tanto per passare il tempo e una canzone dei Vampire Weekend, finalmente la tipa toglie il disturbo insieme al suo silenzioso accompagnatore. Giusto in tempo per ricevere un sms di scuse dall'altra tipa che dice di non essere riuscita a finire di lavorare in tempo. E, ballando sulle note delle ultime canzoni prima di essere sbattuti fuori dal locale e andare a fare i conti con i Nachos di qualche ora prima nell'intimità delle proprie stanze, ci si può anche togliere la soddisfazione di rispondere, sollevati, con un classico "peccato che tu non sia venuta, sono stato qui ad aspettarti per tutta la sera!".
Nel mezzo della confusion di nostra vita
3 anni fa
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