Note d'autore ieri sera al parchetto di Chimica Industriale, dove al cospetto di una folla in delirio si è esibita la Tasso Cover Band, alla sua prima uscita in pubblico. La spasmodica aspettativa per un evento tanto atteso e già rinviato ha fatto riempire a dismisura l'arena di viale Risorgimento, debordante di giovani fans e di groupies disposte a tutto pur di entrare in contatto con i loro idoli. L'ingresso in scena del frontman Tasso è già di per sé dei più spettacolari: a formazione schierata, eccolo uscire dai camerini abbigliato in maniera degna dei migliori Toga Party, scatenando un'ovazione che è tutta per lui. Il boato del pubblico è assordante, e già dalla prima esecuzione, una Twist and Shout tanto travolgente che i Beatles avrebbero avuto bisogno di Freddie Mercury per eguagliare in veemenza, si capisce che sarà uno spettacolo destinato ad entrare negli annali. Piano piano, tra una Sono Tremendo in cui pare di trovarsi al cospetto di Rocky Roberts in persona e una Lacio Drom che ci illude che i Litfiba siano finalmente tornati insieme (esaudendo così la preghiera degli Elio e le Storie Tese), Tasso prende confidenza e vince l'emozione inevitabile in un esordio di tale portata. Finalmente il microfono è tutto per lui, e quando attacca con voce roca You Can Leave Your Hat On, si scatena l'inferno. In pochi resistono alla tentazione di spogliarsi al ritmo delle note calde e impetuose che Tasso distrubuisce con la sapienza di un veterano, e qualcuno giura di aver visto Joe Cocker, in un angolo, ammiccare al nostro idolo in quello che appariva come un inevitabile passagggio di consegne. C'è spazio anche per i virtuosismi del resto della band, che Tasso cerca umilmente di non oscurare troppo con il suo talento, e non mancano dunque la classica Johnny B. Goode con assolo di chitarra suonata dietro la testa e una Bohemian Rhapsody in cui gli altri cantanti della band tentano invano di eguagliare la performance del loro maestro. Il concerto si conclude con una commovente Albachiara cantata in coro ad accendini alzati da mille voci stremate, in una sorta di temporaneo commiato da parte di questa Band di cui, siamo certi, presto sentiremo ancora parlare.
4 commenti:
Grazie della splendida recensione...
Appena uscirà l'album ve lo faremo sapere! EHEHEH
Altro che concerto dei Pearl Jam!!
Ragazzi c'è da giurare che l'anno prossimo Tasso e la sua band saranno l'attrazione principale del Jammin'...certo che però la recensione manca colpevolemnte di sottolineare il punto più alto della prestazione canora di The Voice: una Sweet Home Chicago tanto veemente e tanto roca da far vibrare i muri...grande tax!!
Hai ragione Giallu ma ero andato a farmi un panino alla salsiccia col Fes!
Non menarmela che non aggiorno mai il blog se poi anche tu latiti, scemo!
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