Il sapone usciva
copioso
senza risparmiarsi
come consapevole del distacco
imminente e prolungato.
Il rubinetto miscelava
sapientemente
l'acqua calda e quella fredda
con cura, come se sapesse
che per lungo tempo
getti termicamente dissimili
avrebbero reso sgradevole
qualsiasi operazione igienica.
Le natiche assaporavano
ogni goccia
tiepida, che le lambiva
asportando dolcemente
le impurità
e godevano della comoda posizione
seduta.
Oh
bidè, bianco oggetto del desiderio
il cui nome
portatore di galliche sonorità
fa apparire tanto vicino
ma, in realtà, così lontano.
Per quanto ancora durerà
la nostra separazione
la tua assenza?
Io sento la tua
mancanza
tu senti
la mia?
7 commenti:
Puoi sempre lavarti il culo nel lavandino
Illu, ma sei un poeta! vuoi rubarmi il mestiere? questo blog mi sta davvero facendo scoprire il tuo lato artistico...
tieni duro e consolati pensando alla palese superiorità di noi itagliani nei confronti di un popolo che se ne va in giro col deretano incrostato di merda!
saluti dal vaseificio
Rob.
mi sto commuovendo mi ste lacrima la capocchia
Anche io, amato Miche'
sento un po' la tua mancanza:
era assai bello per me
quando uscivi dalla stanza
per venire nel bagno
con un forte mal di panza
aiutarti nel bisogno
e pulirti il deretano
con freschezze di sogno!
Come farai con me lontano?
Chi netterà il tuo bel culetto?
Purtroppo l' so: la mano!
Sono onorato da cotanta composizione lirica! Anche se sulle prime sono rimasto un po' interdetto; qualcuno potrebbe pensare, caro Tasso, che tu sia solito soggiornare nella mia stanza da bagno e pulirmi con solerzia il culo!
beh, diciamo che mi sono dimenticato il titolo della composizione...
come la titoliamo, "Lamento di un bidet"??
Tasso lava il culo a illu!!ehhhhhhhhhhhh
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