Abbandonando per un momento la sua funzione ludico-antropologica, il blog sente oggi la necessità impellente di calarsi nel ruolo di importante servizio sociale. Un ruolo che in un paese democratico ed evoluto dovrebbe essere ricoperto dai mezzi di informazione, i quali però, come conferma il nostro premier, non sono attualmente degni di un paese civile. Si è dunque costretti, nostro malgrado, a ricostruire gli eventi, finanche quelli di politica interna, affidandosi a quotidiani stranieri di risaputa impostazione comunista, come ad esempio il Financial Times. A vantaggio pertanto di tutti coloro che, come chi scrive, pur sentendo una gran puzza di fregatura non erano riusciti a ricostruire cosa fosse successo esattamente nella vicenda Alitalia da un anno a questa parte, quanto segue, tratto da un articolo del 12 gennaio 2009, fornirà un quadro sintetico e preciso, così, tanto per cercare chiarirvi le idee e farvi incazzare un po' di più.
A marzo 2008, Air France offre 140 milioni di euro per comprare Alitalia accollandosene anche i debiti ammontanti a 1,2 miliardi di euro. Berlusconi, all'epoca all'opposizione, aizza i sindacati e costringe Air France a ritirare l'offerta sparando la minchiata della cordata italiana. Nel frattempo pare che Prodi fosse impegnato in una sfida a nascondino con Veltroni e Rutelli. Quest'ultimo non è ancora stato trovato.
In dicembre, Berlusconi ha finalmente trovato la cordata italiana. E vorrei anche vedere, visto che gli ha promesso che gli regalerà una barca di soldi (stranamente, non suoi). Vediamo come: Alitalia viene divisa in due parti, una sana, o meglio ancora viva, ed una che consiste sostanzialmente in 600 milioni di euro di debiti più qualche migliaio di esuberi da smaltire. La parte sana viene venduta al consorzio italiano CAI (un gruppo di imprenditori integerrimi presieduto da Roberto Colaninno, condannato a quattro anni e un mese di reclusione per bancarotta nel 2006, pena condonata grazie all'indulto) a fronte di un esborso di 427 milioni di euro. CAI acquista inoltre AirOne (sull'orlo del fallimento) per una cifra stimata intorno ai 300 milioni di euro.
Un mese dopo, Air France acquista il 25% di CAI per 320 milioni di euro. Il che porta, come per magia, il valore di CAI a 1,3 miliardi di euro! Air France stima inoltre che l'investimento le frutterà 280 milioni di euro l'anno.
Tirando le somme, CAI ha sborsato circa 700 milioni di euro e venduto il 25% delle sue quote per 320 milioni, non male; per la stessa cifra AirFrance, che era disposta a sborsare 140 milioni accollandosi 1,2 miliardi di debiti, ha acquistato un quarto di una compagnia sana, un bell'affare anche questo. Berlusconi, cacciando dalla porta i Francesi che sono poi rientrati dalla finestra, ha fatto la figura del salvatore della patria agli occhi degli spettatori del Tg1, nonostante questo sia controllato dai comunisti di cui sopra. Lo Stato Italiano ha incassato 427 milioni accollandosene 600 di debiti, quando avrebbe potuto chiudere l'operazione un anno fa con un attivo di 140 milioni e risparmiarci una non indifferente quantità di pugnette. Insomma, indovinate chi è che l'ha presa nel culo alla fine.
Nel mezzo della confusion di nostra vita
3 anni fa