Col passare dei giorni, la mia sicurezza viene meno. Fino a poche settimane fa avrei ritenuto assolutamente impossibile l'eventualità di votare Veltroni e il suo codazzo di teo-dem-ex-dc-pseudo-com dalle poche idee ma molto confuse. Il disgusto era tale che avrei preferito votare direttamente Silvio, per la serie "facciamoci del male, se è questo quello che ci meritiamo", piuttosto che avere sulla coscienza il peso della responsabilità di aver contribuito a cedere ulteriori metri, gli ultimi centimetri rimasti, in verità, nei confronti di coloro che la parola "sinistra" sembrano quasi vergognarsi a pronunciarla. Come delegare a rappresentarmi personaggi incapaci di opporsi almeno timidamente alle gerarchie ecclesiastiche, colpevolmente responsabili del persistente strapotere mediatico e dell'impunità di Berlusconi e dei suoi amici, tesi soltanto a preservare i loro benefici a costo di ricorrere alle più losche ed aberranti collusioni, troppo deboli e timorosi per avanzare decisamente su qualsiasi fronte che possa più o meno dispiacere alle cosiddette ali moderate?
Quale però la reale alternativa? Quale il senso di dare piuttosto il voto ad una forza politica più arraffazzonata che veramente composita e plurale, destinata con ogni probabilità a fare opposizione e vagamente sollevata da una simile prospettiva? E' forse il nostro destino ineluttabile di prendere atto della morte dell'ideologia, e di comportarci di conseguenza, rinunciando a tendere a ideali assoluti per accontentarci di volta in volta dei meno peggiori? E se alla fine, a forza di fare così, rimanessero
solo quelli?