Colpito dalla devastante epidemia di grippe che ha annoverato tra le sue vittime la quasi totalità dei miei conoscenti, ho avuto modo, in questi giorni di reclusione, di osservare in maniera più sistematica la variegata e singolare fauna che compone il mio vicinato. Andiamo con ordine alla scoperta di questo fantastico mondo: nella stanza proprio accanto alla mia, risiede il
Gabonese Urlante. Sempre allegro, ti accoglie puntualmente con mille feste ed esclamazioni a voce altissima quando ti incontra per le scale o in cucina. Un attitudine piacevole, se non fosse che tale tono di voce è quello abituale suo e dei suoi numerosi amici e amiche, soliti incontrarsi proprio nella sua camera per lunghe chiacchierate con sottofondo musicale. L'ideale la mattina presto quando sei andato a dormire alle cinque o quando hai 39 di febbre. Non ama chiudere la porta della stanza. Di fronte alla mia porta, quasi a voler compensare, destino crudele, sta il
Muto, personaggio enigmatico, che denuncia qualche problemino relazionale. Solo dopo quattro o cinque mesi che ci incontravamo per il corridoio, ha risposto al mio saluto aggiungendo un muguno riconducibile ad un “salut” al vago cenno con la testa e lo sguardo basso a cui mi ero ormai abituato. Suona di tanto in tanto la chitarra e testimoni hanno riferito che nella sua camera regni un ordine maniacale. Contro l'altra mia parete sta la stanza dell'
Ubriacone. Cordiale e sorridente, ha tuttavia la cattiva abitudine di condurre, generalmente in piena notte, comitive di Francesi ubriachi e molesti, che tentano, si presume con successo, di risvegliare tutti e 165 i residenti del bâtiment con urla e percosse all'indirizzo di porte e pareti. Proseguendo oltre, di fianco a quella dell'Ubriacone troviamo la più inquietante tra tutte le stanze della Bourgeonniere: proprietario ignoto, una sveglia suona pressoché incessantemente senza che nessuno si prenda la briga di spegnerla. Inizia veramente ad essere terrificante, nel silenzio più completo, quel bibibibibibibibibibibibi che sembra provenire dall'oltretomba. Di fronte alla stanza del
Morto Vivente sta la
Messicana. Costei, coadiuvata da una schiera di sue connazionali sparse per l'intera residenza, ha la peculiarità di risultare udibile fin da quando scende alla fermata del tram, distante tre o quattrocento metri in linea d'aria dalla mia finestra (chiusa) (con doppi vetri). A ciò si aggiunga una particolare passione per il canto che la induce a cimentarsi in ogni momento in gradevoli coretti (ovviamente a scuarciagola) in compagnia delle sue amiche, e il quadro delle sue caratteristiche salienti è presto fatto. Ultimo, in fondo al corridoio, è il
Magrebino, senza dubbio il più gradevole tra tutti gli elementi citati fino ad ora. Si fa notare, oltre che per un timido odore di narghilè proveniente dalla sua stanza, per l'abitudine di nutrirsi di incredibili zuppe di carne e verdure, che è solito lasciare sul fuoco per ore ed ore, controllandole ogni mezz'ora e imprecando ogni volta perché parte del contenuto è fuoriscito imbrattando il fornello. Al termine dell'operazione si guarda bene dal pulire alcunché.